Hai 10.000 euro da parte e un obiettivo ben chiaro: valorizzare quei soldi nel tempo senza rinunciare alla tranquillità. Le opzioni non mancano, ma alcune promettono di più, altre rassicurano di più. Cosa scegliere tra titoli di Stato e buoni postali? I numeri sembrano simili, ma i dettagli fanno la differenza. Il confronto tra BTP 2029 e Buono 100 di Poste Italiane si gioca sul filo di pochi decimali, ma dietro quei numeri ci sono scelte che incidono sul futuro. Sottovalutare un vincolo o ignorare una flessibilità può fare la differenza tra un investimento sereno e una corsa ad ostacoli.
C’è chi, davanti a un capitale da investire, si lancia alla ricerca del rendimento più alto possibile. E poi c’è chi si ferma a riflettere: “E se dovessi averne bisogno prima? E se il mercato cambia all’improvviso?”. Perché, diciamolo, non è solo una questione di percentuali o di cedole.

È una questione di vita. Di ciò che si sa oggi e di quello che potrebbe cambiare domani. Tra le alternative offerte oggi dal mercato italiano, i BTP con scadenza nel 2029 e il Buono 100 di Poste Italiane rappresentano due facce della stessa medaglia: la voglia di far fruttare il denaro senza esporsi troppo. Entrambi promettono ritorni certi nel tempo, ma con condizioni profondamente diverse. C’è chi è pronto ad accettare un prezzo che oscilla per un guadagno un po’ più alto, e chi preferisce la certezza assoluta, anche a costo di rinunciare a qualche euro.
BTP 2029: tra rendimento fisso e rischio di mercato
I BTP con scadenza 2029 offrono rendimenti fissi, ma il loro valore può cambiare se venduti prima della scadenza. Il titolo IT0005584849, ad esempio, ha una cedola del 3,35% ma si compra sopra la pari, a 102,96, con un rendimento netto annuo effettivo di circa il 2,06%. Il capitale finale stimato, su un investimento di 10.000 euro mantenuto fino alla scadenza, si attesterebbe intorno a 10.851 euro.

Un’altra opzione è il BTP IT0005495731, con cedola al 2,80% e prezzo di 101,04, che porta il rendimento netto annuo a circa il 2,10% e un capitale finale netto di 10.867 euro. Infine, il BTP IT0005467482 ha una cedola modesta dello 0,45%, ma un prezzo fortemente scontato a 93,49. Nonostante questo, il rendimento netto è più basso, intorno all’1,89% annuo, per un capitale finale netto stimato di circa 10.778 euro.
Il vantaggio principale dei BTP resta la certezza dei flussi cedolari, ma bisogna tenere in considerazione il rischio di doverli vendere prima della scadenza, con il possibile effetto di ricevere meno del capitale investito. Inoltre, anche se si mantiene l’investimento fino al termine, il guadagno reale dipende dal prezzo di acquisto. In un contesto di mercato mutevole, questo aspetto non è secondario. Per molti, è fondamentale valutare bene se la leggera differenza di rendimento giustifichi il rischio di vincolare il capitale in uno strumento poco liquido.
Buono 100: flessibilità e sicurezza con rendimento interessante
Il Buono 100 di Poste Italiane, emesso da Cassa Depositi e Prestiti, è pensato per chi versa nuova liquidità su un Libretto Smart o Ordinario. Ha durata fissa di quattro anni e un rendimento lordo del 3% annuo, che equivale a circa il 2,625% netto grazie alla tassazione agevolata al 12,5%. A scadenza, un investimento di 10.000 euro si traduce in circa 11.093 euro.
Il vero punto di forza del Buono 100 è la sua flessibilità. Può essere rimborsato in ogni momento, anche parzialmente, senza rischi per il capitale. Gli interessi, però, si maturano solo alla fine del periodo. Questo lo rende una scelta ideale per chi vuole tenere aperta la possibilità di usare il denaro prima della scadenza, senza penalizzazioni.
Rispetto ai BTP, il Buono 100 si distingue per la semplicità di gestione, l’accesso immediato tramite Poste Italiane e l’assenza di costi di mercato. È una soluzione apprezzata anche da chi non ha grande familiarità con gli investimenti, ma desidera un rendimento competitivo senza sorprese.