Esiste un metodo per riscattare i periodi che non sono coperti da contribuzione e incrementare l’assegno pensionistico.
Prima di presentare domanda per la pensione, è opportuno verificare la propria posizione contributiva, per evitare brutte sorprese al momento dell’erogazione dell’assegno. Potrebbero, infatti, esserci periodi scoperti, che incidono fortemente sia sul diritto sia sulla misura della prestazione.
Per venire incontro alle esigenze di coloro che potrebbero subire pregiudizi da tale carenza, la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto la possibilità di riscattare, in tutto o in parte, i periodi non coperti da contribuzione. Di conseguenza, questi ultimi verrebbero equiparati ai periodi lavorativi. Come funziona tale meccanismo e a chi è riservato?
I lavoratori pubblici e privati iscritti alle gestioni INPS dei dipendenti o autonomi oppure alle forme sostitutive delle stesse possono riscattare i periodi scoperti da contribuzione, fino a un massimo di 5 anni, successivi al 1995 e antecedenti al 29 gennaio 2019.
Tale facoltà, tuttavia, è concessa solo ai cd. contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996. Il costo del riscatto non è uguale per tutti, ma varia a seconda delle regole che disciplinano il calcolo della pensione, secondo il meccanismo contributivo, ai sensi dell’art. 2, comma 5, del Decreto Legislativo n. 184 del 30 aprile 1997. Per i lavoratori del settore privato, l’importo può essere versato anche dal datore di lavoro attraverso i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso
La somma dovuta può essere versata in un’unica soluzione oppure in un massimo di 120 rate mensili di importo minimo pari a 30 euro, senza interessi. La rateizzazione, tuttavia, non può essere richiesta se i contributi riscattati servono per la liquidazione immediata della pensione diretta o indiretta oppure se sono necessari per l’accoglimento della richiesta di versamento dei contributi volontari.
Il beneficio è stato, al momento, confermato solo per il biennio 2024-2025 e, di conseguenza, le domande dovranno essere effettuate entro il 31 dicembre 2025. A tal fine, gli interessati potranno avvalersi delle seguenti opzioni:
Se la richiesta di riscatto viene presentata dal datore di lavoro, deve essere utilizzato il Modello AP135, scaricabile dal portale INPS.
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