Il mio datore di lavoro mi ha dato tanti soldi: con questa sentenza hai diritto anche tu

La sentenza della Cassazione esplica come ottenere tanti soldi dal datore di lavoro, percorso giurisprudenziale.

Ottenere tanti soldi dal datore di lavoro sembra un sogno, ma la sentenza esprime un diritto importantissimo per il dipendente. È stata la recente pronuncia del Tribunale del Lavoro di Napoli, la n. 4811 dello scorso 16 giugno, a compiere un passo importante nel riconoscimento del danno da usura psico-fisica. Si estende la tutela pure nei rapporti di lavoro brevi.

sfondo uomo con braccia incrociate e mano con banconota 100 euro
Il mio datore di lavoro mi ha dato tanti soldi: con questa sentenza hai diritto anche tu- Trading.it

Protagonista del caso una guardia giurata assunta a tempo determinato, solo 7 mesi. Le condizioni di lavoro in cu riversava in questo rapporto breve erano di “iper-lavoro”, con turni giornalieri di 13-14 ore, assenza sistematica dal riposo settimanale, e preavvisi minimi, ma in certi casi assenti, sull’organizzazione del lavoro stesso.

Il Tribunale definisce questo contesto “stressante e lesivo” dei diritti fondamentali alla salute e al riposo del soggetto lavoratore. Principi sanciti e tutelati dalla Costituzione e dall’art. 2087 c.c.

Importantissimo è riconoscere che il danno da usura psico-fisica si intende come “danno in re ipsa”, vuol dire che la risarcibilità del danno è ammessa anche laddove non ci sia una specifica patologia medico-legale, e a prescindere dalla durata del rapporto di lavoro.

Come avere tanti soldi dal datore, la sentenza e le nuove indicazioni per tutti

Per comprovare il danno di usura psico-fisica basta dimostrare la presenza di turni e carichi lavorativi che vanno ben oltre i limiti, sia legali che contrattuali. In sostanza, solo il superamento dei tempi di lavoro massimi, senza certi riposi, è di per sé sufficiente a trattare la lesione giuridicamente rilevante. Quindi, non servono sintomi clinicamente rilevabili. Come si è conclusa la vicenda?

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L’orientamento del Tribunale di Napoli segue le recenti sentenze della Corte di Cassazione, le quali hanno confermato l’autonomia concettuale del danno da usura psico-fisica davanti al danno biologico. Ciò è fondato sui diritti costituzionali alla salute, risposo e dignità personale del singolo.

L’obbligo del datore di lavoro, ex art. 2087 c.c. per il Tribunale partenopeo, è oggettivo, ha la piena responsabilità per non aver impedito, con un’adeguata organizzazione, l’esposizione del dipendente a ritmi di lavoro lesivi. Questo vale anche se le prestazioni sono pagate e volontariamente accettate.

Si supera l’idea della responsabilità del singolo e del principio “volenti non ti iniuria”, ponendo quindi l’attenzione sulla colpa del datore, che deve per dovere assoluto, proteggere e prevenire. È stato quantificato il risarcimento di circa 1500 euro, calcolato al 30% delle ore straordinarie che vanno oltre la soglia massima mensile.

La responsabilità del datore non proviene da una condotta illecita, ma dall’inadeguatezza nel gestire e garantire un lavoro sostenibile. Una pronuncia che rivoluziona l’ambito e i rapporti di lavoro, cercando di fare giustizia anche per i precari del sistema.

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