Cosa accade quando un’azienda che tutti davano per spacciata comincia a battere le aspettative una dopo l’altra? Non è un colpo di fortuna, né una semplice ripresa ciclica. È il frutto di una strategia che ha preso forma nel silenzio, mentre gli occhi erano puntati altrove.
Oggi però quel nome ritorna con forza sui radar degli analisti, che ne avevano abbassato le stime, sottovalutandone il potenziale. Ma i numeri e i progetti dicono tutt’altro. E quando la realtà supera le previsioni, il mercato si sveglia di soprassalto. Il nome al centro di questa rivoluzione silenziosa è uno: Saipem.

Per anni è sembrata fuori dal giro dei grandi protagonisti dell’energia. Troppo lenta, troppo pesante, troppo in ritardo. Eppure qualcosa è cambiato. Senza clamore, senza slogan roboanti, l’azienda ha cominciato a mettere insieme un tassello dopo l’altro. Oggi chi l’aveva data per finita si ritrova a doverne rivalutare le carte in tavola. E la corsa, ora, potrebbe essere appena cominciata.
Saipem, da gigante dimenticato a protagonista della transizione energetica
Tra le ragioni che stanno spingendo Saipem verso una nuova centralità c’è una serie di mosse strategiche che molti non avevano visto arrivare. L’intesa con Eni per ampliare l’impianto di Porto Marghera e convertire la raffineria di Livorno, con l’obiettivo di produrre carburanti sostenibili, rappresenta un salto netto verso un’identità più verde. Non si tratta solo di cambiare settore, ma di riscrivere le basi di un’intera visione industriale.

E il vero colpo è arrivato con l’accordo nell’eolico galleggiante con il consorzio Divento, che ha portato Saipem al centro di progetti innovativi in Sicilia e Sardegna. In parallelo, il contratto svedese per la realizzazione di un impianto BECCS da 600 milioni di euro conferma la svolta tecnologica dell’azienda. Chi parlava di obsolescenza oggi si trova a fare i conti con un operatore che ha saputo reinventarsi nel momento più delicato.
Analisti costretti a cambiare rotta: Saipem vale più di quanto sembra
I dati finanziari parlano chiaro: nel primo trimestre 2025, Saipem ha registrato ricavi per 3,52 miliardi di euro, con un utile netto salito del 35% e un EBITDA di 351 milioni. Il portafoglio ordini ha superato i 32 miliardi e la posizione finanziaria è tornata positiva. Ma la vera notizia è un’altra: il mercato la stava sottovalutando.
Il consenso degli analisti è oggi saldamente orientato su “Buy”, con un target price medio di 3,056 euro per azione. Considerando la quotazione attuale attorno ai 2,32 euro, il potenziale di rialzo supera il 30%. E tutto questo con un’azienda che, nel frattempo, si è riposizionata anche in Medio Oriente e in Guyana con nuovi contratti offshore.
Il punto è semplice: Saipem non è più quella che era. Ma molti se ne stanno accorgendo solo adesso. E chi l’ha trascurata potrebbe trovarsi a inseguire.