Vivere di rendita è un pensiero che sfiora chiunque si fermi un attimo a riflettere sul futuro. Ma cosa succede quando quel pensiero diventa un piano concreto? Gianmarco ha 33 anni, un buon reddito mensile e un obiettivo chiaro: andare in pensione a 60 anni con almeno 3.000 euro al mese.
La strada che ha scelto passa attraverso un BTP con scadenza 2052. Ma bastano i titoli di Stato per garantire la libertà finanziaria? Il calcolo che ha fatto potrebbe sorprenderti più di quanto immagini.

Gianmarco non si limita a pensare in grande: agisce. Lavora nel settore immobiliare, compra, ristruttura e vende case con passione, ma ha anche una visione a lungo termine. Guadagna bene, circa 3.500 euro al mese, ma quello che sogna è la libertà: andare in pensione a 60 anni e vivere con una rendita netta mensile di almeno 3.000 euro. Niente di esagerato, ma abbastanza per vivere serenamente, senza il peso di un lavoro quotidiano.
Non è tipo da affidarsi al caso, quindi ha iniziato a valutare strumenti concreti e stabili. Tra questi ha messo gli occhi sul BTP 2,15% con scadenza nel 2052. Gli piace l’idea di ricevere cedole certe ogni anno, senza troppi sbalzi d’umore come spesso accade coi mercati azionari. Così ha deciso di fare un calcolo semplice, ma fondamentale: quanto capitale serve oggi per garantirsi quei 3.000 euro netti al mese solo grazie alla cedola di questo BTP?
Il piano: trasformare le cedole in uno stipendio mensile
Per capire se l’investimento è sostenibile, Gianmarco ha considerato prima di tutto quanto rende, in termini di cedola, questo BTP. Il titolo paga una cedola lorda del 2,15% all’anno sul valore nominale, ovvero 2,15 euro ogni 100 euro investiti. Ma al netto della tassazione agevolata del 12,5%, il rendimento annuo netto si ferma a 1,88 euro ogni 100 euro nominali.

L’obiettivo è chiaro: ricevere 36.000 euro netti all’anno, che corrispondono a 3.000 euro netti al mese. Per raggiungere questa cifra, Gianmarco ha calcolato quanti titoli gli servirebbero:
36.000 euro diviso 1,88 euro = circa 19.149 BTP da 100 euro nominali
Quindi il valore nominale totale dei titoli necessari è 1.914.900 euro. Ma Gianmarco sa che i titoli non si comprano al valore nominale. Il prezzo attuale del BTP è 67,03 euro ogni 100 euro nominali. Questo significa che per acquistare quel pacchetto di BTP oggi, servirebbero:
1.914.900 euro x 0,6703 = circa 1.284.000 euro
Questa è la cifra che gli permetterebbe, ogni anno, di ricevere 36.000 euro netti solo dalle cedole, per i prossimi 27 anni. E alla fine del periodo? C’è un bonus non da poco.
Cosa succede nel 2052: la sorpresa finale del rimborso
Il vero vantaggio di investire in un BTP quotato sotto la pari è che, alla scadenza, lo Stato rimborsa 100 euro per ogni titolo, indipendentemente da quanto è stato pagato. Nel caso di Gianmarco, che ha comprato ognuno a 67,03 euro, ci sarà un guadagno netto in conto capitale di circa 32,97 euro per titolo.
Naturalmente anche su questo guadagno si paga la tassa del 12,5%. Quindi il guadagno effettivo per ciascun titolo sarà:
32,97 euro x (1 – 0,125) = 28,85 euro netti
Moltiplicando per i 19.149 titoli posseduti, Gianmarco incasserebbe:
28,85 euro x 19.149 = circa 552.500 euro netti alla scadenza
Quindi, oltre ad aver percepito 972.000 euro netti in cedole in 27 anni, Gianmarco si troverebbe anche con mezzo milione di euro in tasca, pronti per essere reinvestiti o spesi come meglio crede. Questo dimostra come un investimento considerato “noioso” possa, in realtà, diventare una chiave di libertà.
E allora, quella che all’inizio sembrava solo una proiezione matematica, inizia ad assumere contorni molto più concreti. Gianmarco non è un mago della finanza. Ma ha capito che, con il tempo dalla sua parte e la voglia di pianificare con lucidità, vivere di rendita può smettere di essere un sogno e diventare un piano.