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Economia e Finanza

Il sussidio ai redditi bassi 2025 è forte ma è solo per le donne con figli: esclusi gli altri

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Ripresa economica portentosa per donne con figli, il sussidio ai redditi bassi del 2025 è una garanzia, ma in parte è anche una sconfitta, analisi concreta.

Se si guarda al sussidio ai redditi bassi 2025 non si può non accettare con favore questa manovra economica, ma l’amarezza non viene meno. Perché escludere gli uomini? La quesitone riguarda solo le donne con figli, e di conseguenza una grossa fetta di popolazione non può avanzare la pretesa in questione. Ci sono vantaggi e svantaggi, e l’analisi che segue ha delle conseguenza per niente piacevoli.

Il sussidio ai redditi bassi 2025 è forte ma è solo per le donne con figli: esclusi gli uomini- Trading.it

Innanzitutto, il fatto che sia necessario un sussidio ai redditi bassi nel 2025, la dice lunga sul trattamento dei lavoratori. Vuol dire che al momento, la situazione di crisi economica abbonda, e a quanto pare è diretta nello specifico a delle categorie ben determinate. Il fatto che gli uomini ne siano esclusi è una vittoria, perché significa che non sono loro a vivere le maggiori conseguenze della recessione finanziaria.

Come sempre, sono le donne a essere vittime di una discriminazione di genere che esaurisce il suo peso anche a livello economico-sociale. La ratio del provvedimento mira ad aiutare chi è in difficoltà, e come sempre sono le donne a pagare il prezzo più salato. Meno assunzioni, trattamenti inferiori rispetto all’altra sesso, e disparità che provocano una diseguaglianza economica che mina l’aspetto sociale.

Quindi, è sì necessario l’aiuto, ma al contempo occorrerebbe riflettere sulla violenza perpetrata nei confronti del genere femminile. Fatta l’analisi della situazione corrente, cosa predispone questo ausilio?

Vittoria o sconfitta con il sussidio ai redditi bassi nel 2025? Utilizzo concreto

Aiutare le situazioni di fragilità è l’obiettivo del Welfare, su questo non ci sono dubbi. Ma garantire una condizione di equità tra i sessi, dovrebbe essere il principale deterrente di questa tipologia di situazioni. Quando un giorno le donne non avranno più la necessità di sussidi ai redditi bassi, si potrà parlare di una società fatta di eguaglianze. Nel 2025 c’è ancora questo dilemma, ecco come le donne potranno usufruire dell’aiuto in questione.

Vittoria o sconfitta con il sussidio ai redditi bassi nel 2025? Utilizzo concreto- Trading.it

Ci sono nuovi importi e requisiti ai quali fare riferimento, perché il bonus mamme in questione è diretto alle disoccupate. È necessario fare domanda al Comune di residenza, altrimenti il sussidio non arriva in automatico. Il massimo che si può ottenere è 404,17 euro mensili, per 5 mensilità, quindi su un totale di 2 mila euro circa. È stata predisposta finora anche una rivalutazione del 5,4%, e nel 2025 si attende anche un nuovo tasso di indicizzazione dello 0,8%.

Così, è questo il meccanismo che permette di consolidare la somma predisposta. Ma come richiedere il sussidio? L’assegno va domandato entro sei mesi dalla nascita del bambino, o dall’ingresso in famiglia del minore, se adottato o in affido. In virtù dell’art. 74 della Legge n. 151 del 2001, è un aiuto comunale che varia appunto dall’Ente erogatore. Quindi, la questione può avere delle modifiche in base al territorio di riferimento, ma comunque è un aiuto finalizzato a ciò.

È un aiuto destinato a chi non ha copertura previdenziale o comunque limitata ad un importo con programmazione annuale. Si tratta comunque di un’erogazione assistenziale pagata dall’INPS, per le mamme a basso reddito o disoccupate. Questo perché il peso della discriminazione sociale si riversa anche sulle condizioni economiche: come potrebbero tirare avanti se lavorativamente parlando sono precarie?

Tra i requisiti è necessario che abbiano almeno 3 mesi di contribuzione dai 18 ai 9 prima della nascita o ingresso di minore in famiglia. Possono farne richiesta madri italiane, comunitarie o straniere con titolo di soggiorno. Serve dimostrare di avere un reddito basso, di non avere un altro trattamento previdenziale, e non usufruire di altro assegno di maternità INPS, perché non è di natura cumulabile.

Infine, va richiesta al Comune di residenza entro sei mesi dal parto o dall’ingresso, che si occuperà di verificare la presenza dei requisiti. Entro 30 giorni gli assegni dovrebbero essere assegnati.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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