Ti sei mai chiesto se esiste un modo per investire senza farsi travolgere dalla paura di perdere tutto? In finanza, esiste una teoria capace di cambiare completamente il tuo modo di guardare agli investimenti.
Non richiede formule impossibili né conoscenze da esperto: basta un’idea chiara, qualche dato e due titoli che probabilmente conosci già. Non si tratta di scegliere il titolo perfetto, ma di combinare bene quelli che hai. E qui entra in gioco un principio geniale, semplice e ancora oggi attualissimo.

Quando si parla di investimenti, si pensa spesso a trovare “l’azione giusta”, quella che farà guadagnare di più. Ma in realtà, l’intuizione che ha rivoluzionato la finanza è un’altra: non esiste un titolo migliore in assoluto, ma esiste il modo migliore di combinare più titoli tra loro. Questa è l’idea al centro della Teoria del Portafoglio di Markowitz, nata nel 1952 da Harry Markowitz, uno dei padri della finanza moderna. L’obiettivo? Costruire un portafoglio che, per ogni livello di rischio, offra il miglior rendimento possibile.
Cos’è davvero la Teoria del Portafoglio di Markowitz
La Teoria del Portafoglio di Markowitz parte da un’osservazione semplice ma potente: ogni investimento ha due caratteristiche principali, il rendimento atteso (cioè quanto ci si aspetta di guadagnare) e il rischio (cioè quanto può oscillare quel rendimento). In termini tecnici, il rischio viene misurato con la deviazione standard: più è alta, più l’investimento è imprevedibile.

La cosa interessante accade quando si uniscono più titoli in un unico portafoglio. Se questi titoli non sono perfettamente correlati, cioè non salgono o scendono sempre insieme, allora è possibile ridurre il rischio complessivo, senza abbassare troppo il rendimento. Questa è la magia della diversificazione: un concetto centrale nella teoria. Immagina un equilibrio dinamico, in cui i movimenti di un titolo vengono in parte bilanciati da quelli dell’altro.
Markowitz ha dimostrato matematicamente che esiste una “frontiera efficiente”, ovvero un insieme di combinazioni ottimali di titoli, in cui nessun altro portafoglio, a parità di rischio, può offrire un rendimento migliore. È come cercare la posizione perfetta in cui ottieni il massimo con il minimo sforzo (o meglio, con il minimo rischio).
La teoria si applica in tutto il mondo, dagli investitori retail ai grandi fondi istituzionali. Ma anche tu puoi sfruttarla, e l’esempio che segue lo dimostra chiaramente.
Apple e Microsoft: l’esempio concreto che funziona
Prendiamo due titoli molto noti: Apple e Microsoft. Entrambe sono aziende stabili, con una storia di crescita e innovazione. Ma non si comportano esattamente allo stesso modo nei mercati. Questa differenza è fondamentale.
Supponiamo che Apple abbia un rendimento atteso del 12% annuo con una deviazione standard del 20%, mentre Microsoft abbia un rendimento atteso del 10% con una deviazione standard del 18%. La correlazione tra i due titoli, cioè quanto si muovono insieme, è 0,75. Non sono quindi perfettamente sincronizzati.
Ora immaginiamo di costruire un portafoglio con il 50% investito in Apple e il 50% in Microsoft. Il rendimento atteso sarà la media: 11%. Ma il bello arriva con il calcolo del rischio: grazie alla diversificazione, la deviazione standard del portafoglio scende a circa il 17,78%. Questo significa che pur mantenendo un ottimo rendimento, stai riducendo il rischio rispetto a un investimento singolo.
Questa è la forza della Teoria del Portafoglio di Markowitz: non serve rincorrere il titolo perfetto, basta combinare saggiamente due (o più) titoli per ottenere un risultato più solido e razionale. E funziona anche partendo da piccole somme, basta applicare la logica corretta.
Pensaci: se due aziende diverse, pur nello stesso settore, riescono a ridurre il rischio quando messe insieme, cosa potresti ottenere scegliendo altri asset non correlati? In fondo, anche nella vita, spesso le combinazioni più riuscite sono quelle in cui le differenze si completano a vicenda. Forse è il momento di guardare al tuo portafoglio con occhi nuovi.