Calcolo IMU: i parametri da utilizzare quest’anno per aliquote e coefficienti, a seconda della categoria catastale.
L’IMU è l’imposta che bisogna versare se si è proprietari o titolari di un diritto reale di godimento su immobili o terreni ubicati in Italia. Sono esclusi dal pagamento della tassa solo le abitazioni principali non di lusso. Di norma, l’IMU va corrisposto in due rate:

- l’acconto, il 16 giugno di ogni anno;
- il saldo, il 16 dicembre.
Ma come si calcola l’ammontare dell’IMU per ogni tipologia di immobile? A tal fine, sono fondamentali sue elementi: il coefficiente e l’aliquota. Ecco a cosa servono e come si applicano in maniera corretta.
Coefficienti IMU: a cosa servono?
Per il calcolo della tassa da pagare, sono fondamentali i coefficienti (o moltiplicatori catastali), perché è da essi che deriva la base imponibile, rivalutando la rendita catastale del 5%, su cui, poi, si applica l’aliquota IMU decisa dal Comune in cui è situato l’immobile. I coefficienti variano a seconda della categoria catastale. In particolare, sono pari a:

- 160, per le categoria catastali A (a eccezione della A/10), C/2, C/6 e C/7 (abitazioni e pertinenze);
- 140, per le categorie B, C/3, C/4 e C/5 (uffici pubblici, magazzini, laboratori);
- 80, per le categorie A/10 e D/5 (uffici e banche);
- 65, per il gruppo catastale D, a eccezione della categoria D/5 (opifici, alberghi, fabbricati con funzioni produttive connesse all’agricoltura);
- 55, per la categoria catastale C/1 (negozi).
Per i fabbricati della categoria D non iscritti al catasto, invece, ci sono delle peculiarità. In tal caso, la base imponibile IMU non viene determinata tramite la rivalutazione della rendita catastale, ma in base al valore contabile dell’immobile. Nel dettaglio, si fa riferimento al costo di acquisto lordo, a cui viene applicato un coefficiente deciso ogni anno dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per il 2025, il D.M. del 4 marzo ha stabilito un coefficiente pari a 1.
Aliquote IMU 2025: tutti gli aggiornamenti a seconda delle categorie catastali
Le aliquote IMU, invece, sono le percentuali che si adottano sulla base imponibile per determinare l’ammontare da pagare. Ogni Comune fissa le proprie aliquote, rispettando dei limiti imposti dalla legge. Per quest’anno, le aliquote base sono le seguenti:
- abitazione principale di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e relative pertinenze): 0,5%;
- fabbricati rurali strumentali: 0,1%;
- immobili merce (dal 2022): esenti;
- terreni agricoli: 0,76%;
- altri immobili: 0,86%.
Anche in tal caso, per gli immobili della categoria D ci sono delle differenze. Contrariamente agli altri immobili, in cui il gettito fiscale è assegnato completamente al Comune, per quelli della categoria D non iscritti al catasto l’imposta viene divisa tra lo Stato e il Comune. L’aliquota base è dello 0,86% (di cui lo 0,76% va allo Stato), ma i Comuni possono modificarla alzandola fino all’1,06% oppure abbassandola fino allo 0,76%.
Per questo motivo, è necessario indicare due diversi codici tributo nei Modelli F24 per il versamento dell’IMU, facendo distinzione tra la quota statale e quella comunale.