Esenzioni e sospensioni, si può dire addio all’IMU in questi nuovi casi, ecco di quali si tratta.
La tanto temuta IMU, l’Imposta Municipale Unica, è soggetta a delle evoluzioni inedite. Si parla di nuovi casi trattati dalla giurisprudenza, e per cui gli stessi proprietari ottengono una vittoria non da meno. Questa potrebbe davvero subire delle sospensioni, o meglio delle esenzioni, e ciò piace non poco ai contribuenti che di questi tempi sono sommersi dalla crisi economica e dal carovita.

Si indaga su tutte le novità dell’IMU, perché l’Imposta Municipale Unica, poiché la sua cancellazione o la sospensione in casi specifici, rasenta una rivoluzione fiscale che aggrada non poco le persone implicate.
Ciò è frutto di nuove disposizioni e sentenze che ne hanno decretato ulteriori evoluzioni. Perché si conferma che per gli immobili sequestrati o sottoposti a confisca non definitiva, il pagamento dell’Imposta Municipale Unica sarebbe sospeso fino alla loro assegnazione o destinazione definitiva.
Davanti a situazioni come il sequestro Antimafia, la Cassazione ha precisato che non si applicano interessi o sanzioni sui tributi sospesi, questo con la possibilità anche di rateizzare il reddito residuo.
Analisi dei nuovi casi in cui si dice addio all’IMU, come gestirli
Quanto definito è frutto del Decreto Legislativo n. 175/2014 e le successive normative, per quanto concerne la sospensione dell’IMU per gli immobili sequestrati o confiscati non definitivi. Mentre la Legge di Bilancio del 2023 ha introdotto l’esenzione della stessa, per le case occupate abusivamente. L’importante è che il proprietario abbia presentato denuncia all’autorità giudiziaria per specifici reati. Appunto, la violazione di domicilio o l’invasione di terreni e edifici.

Quindi, a partire dalle molteplici sentenze dell’estate 2025 in merito all’IMU, davanti il sequestro si conferma quanto detto in precedenza. Ossia che il pagamento dell’imposta non è dovuto se l’immobile è occupato abusivamente o è sottoposto a sequestro preventivo.
Tra le pronunce, c’è la conferma della sentenza n. 18936/2025 della Cassazione che ha accolto il ricorso contro il Comune in un caso riguardante un’abitazione che rientrava negli esempi indicati.
La pronuncia si basa sulla titolarità del diritto reale sull’immobile, e non sul suo effettivo utilizzo. Da ciò ne discende che l’imposta è dovuta anche per immobili non locati o comunque destinati alla vendita. A conferma del fatto che la mera possibilità di avvalersene basta per soddisfare l’obbligo fiscale.
In sostanza, le recenti pronunce giurisprudenziali sono una vittoria per i proprietari in situazioni di sequestro preventivo o occupazione abusiva, offrendo specifiche esenzioni o sospensioni. Vuol dire per loro avere maggiori tutele. In ogni caso, l’obbligo di pagamento rimane in vigore per la semplice titolarità del diritto di proprietà, al di là dell’uso effettivo della casa.