Un aumento sulle pensioni potrebbe sembrare un’utopia ma non è così. Non aspettatevi grandi cose ma qualcosa si muove.
In realtà la cifra che si prevede come aumento sull’assegno mensile previdenziale è di tutto rispetto ma occorre avere tutti i requisiti in regola per usufruirne e come si sa in materia di pensioni non sempre è semplice far combaciare tutto.
Si tratta del tanto chiacchierato quanto combattuto da alcune forze politiche, incremento al milione, dove per milione si intendono le vecchie lire. La misura nasce nel 2001, quando il primo governo Berlusconi introdusse un provvedimento volto a innalzare le pensioni minime fino all’equivalente di un milione di lire al mese. 25 anni fa non era poca cosa.
L’dea dell’allora premier era passata alla storia come uno dei provvedimenti simbolo dell’epoca ma il partito di Berlusconi non l’ha mai abbandonata e ha continuato a produrre effetti negli anni successivi. Ancora oggi, infatti, l’incremento al milione garantisce un’aggiunta importante alla pensione non solo ai titolari di trattamenti previdenziali ma anche di prestazioni assistenziali come l’assegno sociale e la pensione di inabilità civile al 100%. L’arrivo al milione non è mai stato semplice con i conti dell’Inps che non tornavano e le contrapposizioni puramente politiche, eppure Forza Italia non ha mai arretrato di un passo e anche ultimamente ha cercato di rilanciare questa misura. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare ad una pensione minima di 1.000 euro.
Pensione minima e incremento al milione: chi potrà avere un aumento sull’assegno
Ci sarà un altro incremento che spetterà a chi rientra nei requisiti previsti dalla legge, a cominciare dall’età: un limite che si abbassa con l’aumentare degli anni di contributi, ma che non scende mai sotto i 65 anni, fatta eccezione per i titolari di pensione di inabilità civile, per i quali è sufficiente il compimento del 18° anno d’età.
Dunque per chi ha una pensione che non supera il valore del trattamento minimo, fissato nel 2025 a 603,40 euro, potrebbe avere diritto a un aumento mensile di circa 135 euro, somma che resta fissa di anno in anno. Ma perché il condizionale? Per avere diritto a questa maggiorazione serve essere titolari di una pensione di importo inferiore al minimo, quindi sotto i 603,39. Ed è bene specificare che non necessariamente bisogna beneficiare dell’integrazione al trattamento minimo per goderne. Se un pensionato prende 500 euro di pensione più 98,61 euro di trattamento integrativo e l’altro che con lo stesso importo non gode di nessuna maggiorazione, entrambi hanno diritto a 136,44 euro di incremento al milione, con il primo che quindi salirà a 739,83 euro, mentre il secondo a 636,44 euro.
Per chi ha una pensione superiore a 603,39 euro ma inferiore a 739,83 euro, l’incremento spetta comunque ma in misura parziale. Per avere diritto all’incremento al milione bisogna stare al di sotto di determinate soglie reddituali, considerando anche altre entrate del pensionato. Quest’anno le soglie entro cui stare sono le seguenti: reddito individuale del richiedente: 9.721,92 euro; reddito coniugale (se il richiedente risulta sposato): 16.724,89 euro.
L’incremento al milione è anche riservato solamente a coloro che hanno raggiunto una certa età. Nel caso dei pensionati il limite è fissato a 70 anni, con la possibilità però di ridurlo di 12 mesi ogni 5 anni di contribuzione. Per chi ad esempio è andato in pensione con 20 anni di contributi, l’incremento spetta già a 66 anni. L’aumento non è automatico: è il titolare di pensione a doverne fare richiesta, rivolgendosi a un patronato o in alternativa attraverso il servizio “consulente digitale delle pensioni” disponibile nell’area personale MyInps.