In pensione 2 anni prima per 4 categorie di lavoratori e senza penalizzazioni sull’assegno INPS mensile

La pensione anticipata può essere raggiunta anche sfruttando i vantaggi della Legge 104. In particolare, c’è una misura molto conveniente.

Alcune categorie di contribuenti, considerati particolarmente svantaggiati, hanno la possibilità di usufruire della pensione anticipata. In certi casi, l’uscita dal mondo del lavoro può essere davvero vantaggiosa rispetto a quella prevista al raggiungimento dei 67 anni di età.

pensione anticipata legge 104
In pensione 2 anni prima per 4 categorie di lavoratori e senza penalizzazioni sull’assegno INPS mensile (trading.it)

La misura più diffusa per raggiungere tale scopo è l’Ape Sociale, che è stata confermata fino al 31 dicembre 2025, in attesa di novità con la prossima Legge di Bilancio. I beneficiari possono smettere di lavorare al raggiungimento dei 63 anni e 5 mesi di età e percepire, fino alla maturazione dell’età pensionabile (ossia 67 anni), un assegno mensile erogato dall’INPS. Ma quali contribuenti possono accedere all’Ape Sociale? C’è, inoltre, un’altra misura legata alla Legge 104 che consente di raggiungere tale scopo, ma senza alcuna penalizzazione. Scopriamo di quale si tratta.

2 strumenti per andare in pensione prima: uno è davvero singolare, ma molto efficace!

L’Ape Sociale è riservata a quattro categorie di persone: caregivers che prestano assistenza da almeno sei mesi al coniuge, l’unito civilmente o un parente convivente affetto da disabilità grave; invalidi civili almeno al 74%; disoccupati che hanno smesso di percepire le indennità di disoccupazione da almeno tre mesi; lavoratori addetti a mansioni gravose, per almeno 7 anni negli ultimi 10 o almeno 6 anni negli ultimi 7.

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2 strumenti per andare in pensione prima: uno è davvero singolare, ma molto efficace! (trading.it)

Ma i caregivers hanno a disposizione anche un’altra fondamentale misura per poter smettere di lavorare in anticipo, senza perdere la regolare retribuzione: il congedo straordinario. Questo strumento è riservato ai lavoratori dipendenti (pubblici e privati) che prestano cura e assistenza a un familiare disabile grave e consiste in un periodo di assenza retribuita dal lavoro della durata massima di due anni. Durante il congedo, il dipendente è retribuito e coperto dall’accredito della contribuzione figurativa. Ebbene, a chi mancano solo due anni per andare in pensione l’uso del congedo straordinario potrebbe essere un ottimo stratagemma per smettere di lavorare senza alcun tipo di penalizzazione.

Anche se ci sono degli indubbi vantaggi, il congedo non può essere utilizzato da tutti, perché non bastano la cura e l’assistenza continuative del familiare disabile grave. La legge, infatti, prescrive la necessità del requisito della convivenza o della residenza anagrafica con l’assistito. In caso contrario, il beneficio non può essere concesso. Ma quando tale condizione si considera soddisfatta? Secondo la Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 18 febbraio 2010, ai fini del congedo biennale retribuito, è obbligatoria la “la residenza nel medesimo stabile, allo stesso numero civico, anche se non necessariamente nello stesso interno (appartamento)“. Se si soddisfa questo requisito, è possibile smettere di lavorare due anni prima senza alcuna particolare limitazione.

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