Fondi di previdenza complementare: attenzione a quello che state per scoprire perché forse una via giusta c’è davvero.
Una via per cosa? Per uscire anticipatamente dal lavoro e godersi finalmente la tanto agognata pensione. Si parla di molte strade per riuscirci ma quasi tutte sono naufragate o lo stanno facendo. Si parla poco, al contrario, di una possibilità vera.

Una sorta di pensione anticipata vera e propria che consente di sfruttare il capitale accumulato presso un fondo pensione (fondi negoziali, fondi aperti, PIP) per ottenere una rendita mensile al massimo trimestrale che accompagni il lavoratore fino al raggiungimento della pensione vera e propria. Chi ha mai sentito parlare di RITA? Si tratta della rendita integrativa temporanea anticipata che è accessibile a cinque anni dalla pensione di vecchiaia e senza specifici requisiti anagrafici. Una pensione anticipata a 62 anni di età con 20 anni di contributi, ma quello che è più importante, rispetto ad altre misure, è che l’importo sarà proporzionale al montante versato nel fondo integrativo. Cosa vuol dire?
Facciamo un passo indietro: è richiesto come requisito la cessazione dell‘attività lavorativa e dunque vuol dire che il trattamento spetta solo agli iscritti titolari di redditi da lavoro. Per conservare lo status di disoccupazione, basta non superare la soglia massima di reddito da lavoro prevista per il lavoro subordinato o autonomo. La RITA è anche cumulabile con Quota 103, Opzione Donna, APE Sociale e NASpI.
RITA: andare in pensione 5 anni prima si può davvero
I requisiti sono: cessazione dell’attività lavorativa, massimo 5 anni dalla pensione di vecchiaia prevista dal regime previdenziale di appartenenza, almeno 20 anni di contributi e almeno 5 di versamenti al fondo complementare. Per i disoccupati da almeno 24 mesi, basta che manchino 10 anni dalla maturazione della pensione di vecchiaia.

Non è necessario presentare alcuna attestazione INPS. Le forme pensionistiche complementari possono chiedere semplicemente un’autocertificazione con l’impegno scritto di produrre adeguata documentazione. Per controllare il possesso del requisito dei 20 anni di anzianità contributiva, si può consultare l’estratto conto integrato rilasciato dall’INPS o dall’ente previdenziale di appartenenza. L’età anagrafica per la maturazione della pensione di vecchiaia, dalla quale devono mancare al massimo cinque anni o dieci nel caso dei disoccupati, è quella prevista nel momento in cui si presenta la domanda.
La rendita viene calcolata in base al montante accumulato richiesto e alla durata della prestazione, questo vuol dire che sarà l’iscritto, nel momento della domanda, a specificare quale quota del montante accumulato destinare alla RITA: è possibile utilizzare l’intero capitale (in questo caso, poi non si percepirà la pensione integrativa), oppure solo una parte (in questo caso, la pensione integrativa sarà ridotta di conseguenza).
Per l’adesione, basta fare domanda tramite o specifico modulo messo a disposizione da ciascun fondo. Alcuni esempi:
Modulo RITA Gruppo Intesa Sanpaolo
Modulo RITA Credit Agricole
Modulo RITA Poste Italiane
Modulo RITA Fondo Cometa
Modulo RITA Previndai
Modulo RITA Laborfonds
Modulo RITA Fon.Te
Modulo Rita Fondemain