L’ordinanza n. 7403 del 20 marzo 2025 lo conferma: le indagini del Fisco sono sempre più stringenti.
Le indagini del Fisco sono più accurate, anche nei casi in cui ciò “non dovrebbe”. Lo dice l’ordinanza n. 7403 della Cassazione, la quale afferma che i controlli su conti bancari intestati a terzi sono soggetti ad accertamenti rigidissimi.
Si pronunciano i giudici di legittimità ribadendo che questi accertamenti subentrano dove l’ADE alleghi degli indizi che portino a fare ciò. Sono elementi che vanno oltre al vincolo familiare con l’intestatario dei conti.
Da un caso concreto, si comprende meglio. L’ADE ha richiesto a una SRL il pagamento di Iva, Ires e Irap dopo un pvc dello stesso anno in cui era stato constatato un maggior reddito imponibile e altrettanto valore della produzione.
Veniva contestato ciò che era emerso dall’indagine bancaria sui conti intestati al legale rappresentate e al socio maggioritario, e di altre persone che facevano parte della famiglia del secondo e sui cui erano emerse operazioni non giustificate.
La SRL impugnava l’avviso di accertamento alla CTP di Caserta, la quale ha respinto il ricorso. La prima pronuncia veniva ribaltata nel giudizio di gravame davanti la CTR della Campania, a favore della società.
Allora, l’ADE fa ricorso per cassazione denunciando la violazione degli art. 2727 c.c. e 360 del codice di procedura civile, proprio perché la sentenza avrebbe negato l’importanza degli indizi dell’Amministrazione finanziaria stessa.
Denunciata anche la violazione degli art. 32 DPR n. 600/1973 e 51 DPR n 633/1972 legati all’art. 360 n 3 del codice di procedura civile.
La questione prosegue con l’ordinanza n.7403 della Cassazione che ha accolto tutti e due i motivi del ricorso, risolvendo la questione con la seguente modalità.
I Giudici di legittimità conferiscono la bontà dell’operato all’ADE, poiché ha svolto gli accertamenti sia sulla società che sui conti correnti di terzi, in relazione agli indizi presenti e ai doveri dell’amministrazione finanziaria.
Richiamano il principio di legittimità, per cui in tema di accertamenti su redditi, conti correnti intestati a terzi e possibili operazioni occultate a scopo di evasione, è a carico dell’ADE. Ciò le permette di individuare altri elementi idonei per giustificare la movimentazioni bancarie, specie quelle che vanno oltre i legami di parentela. Lo dice la Cassazione alla sent. n. 24747/2023.
L’ingiustificata capacità reddituale dei prossimi congiunti nel periodo d’imposta in analisi, le dichiarazioni infedeli e l’attività incongruente, sono gli elementi idonei detta della sent. della Cassazione n. 546/2020.
Visione analoga quando ci si accerta dell’IVA, ai sensi della sent. n. 1174/2021, e dai controlli emergono indici sintomatici che pongono le operazioni bancarie su un conto intestato al coniuge o familiare del socio contribuente, e alla fine sono riconducibili proprio a questo.
Infine, anche la corretta tenuta delle scritture contabili non è motivo per escludere ulteriori accertamenti che vertono ad individuare gli elementi idonei. Altrimenti, si violerebbe la modalità di accertamento analitico-induttivo propria dell’ADE. La questione si è conclusa con il rinvio alla Corte di giustizia tributaria di II Grado della Campania per nuovo esame.
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