Inflazione al galoppo: come i mercati potrebbero collassare in poco tempo

Un pericolo silenzioso potrebbe ribaltare gli equilibri. Mentre le banche centrali allentano la presa, sotto la superficie qualcosa ribolle. La calma apparente nasconde segnali preoccupanti che potrebbero cambiare il volto dell’economia globale.

Nessuno se lo aspetta, ma basterebbe poco per scatenare un effetto domino. E quando la minaccia si materializza, non lascia il tempo di prepararsi. Le conseguenze sarebbero immediate, profonde, e difficili da contenere. Le decisioni monetarie prese oggi potrebbero dover essere stravolte domani. L’inflazione, sempre più imprevedibile, resta pronta a colpire.

20 euro che brucia
Inflazione al galoppo: come potrebbe cambiare tutto in poche settimane-trading.it

A partire dal 2024, le banche centrali hanno abbassato i tassi di interesse per sostenere la crescita economica e ridare fiato a un’inflazione considerata sotto controllo. Un clima di apparente stabilità ha preso piede nei mercati finanziari e nei commenti degli analisti. Eppure, questo scenario rassicurante potrebbe nascondere rischi tutt’altro che remoti. La storia insegna che proprio nei momenti di quiete nascono le crisi più improvvise.

Uno shock esterno, come un’escalation dei prezzi dell’energia, un nuovo blocco alle catene produttive globali, oppure forti aumenti salariali,  può riaccendere l’inflazione con forza. In casi simili, le banche centrali sono costrette ad agire in fretta, alzando i tassi e cercando di frenare una domanda troppo vivace. La risposta deve essere rapida, per evitare che le aspettative sui prezzi si sgancino dal controllo.

Mercati e tassi: un equilibrio più fragile del previsto

Oggi, i numeri raccontano una realtà ancora stabile: la BCE mantiene il tasso sui depositi al 2,00% e la Federal Reserve si muove in un range tra il 4,25% e il 4,50%. Ma questi tassi, seppur bassi rispetto al recente passato, potrebbero dover salire di nuovo se i prezzi iniziassero a correre. E quando accade, i mercati reagiscono con nervosismo.

Grafico inflazione
Mercati e tassi: un equilibrio più fragile del previsto-trading.it

Nel mondo obbligazionario, i rendimenti salirebbero rapidamente, facendo crollare il valore delle obbligazioni in portafoglio. Le azioni soffrirebbero, in particolare nei settori più sensibili ai tassi: tecnologia, immobiliare, beni durevoli. Solo i comparti più difensivi, come sanità e utility, potrebbero offrire una parziale protezione. La volatilità aumenterebbe, trascinando con sé incertezze e timori.

Sul fronte valutario, una banca centrale che alza i tassi vede generalmente rafforzarsi la propria moneta. Un dollaro più forte, ad esempio, può mettere in crisi le economie emergenti, costrette a rimborsare debiti in valuta estera più costosa. Questo scenario favorirebbe la fuga di capitali e aumenterebbe il rischio di instabilità sociale e politica in diverse aree del mondo.

Anche le materie prime, almeno inizialmente, potrebbero mantenersi su livelli elevati, specie se la spinta inflazionistica nasce da un aumento dei costi energetici. Ma in seguito, l’aumento dei tassi raffredderebbe la domanda e trascinerebbe al ribasso anche le commodities.

A livello globale, un improvviso cambio di rotta nella politica monetaria rischia di frenare la crescita, creare tensioni nei mercati e generare instabilità finanziaria. Gli investitori tenderebbero a rifugiarsi in asset sicuri, come titoli di Stato solidi o liquidità, mentre l’economia reale subirebbe un brusco rallentamento. In questo contesto, la parola d’ordine diventerebbe una sola: cautela.

Potrebbe verificarsi questo scenario? In economa, mai dire mai

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