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Approvato l’Inflation Reduction Act per controllare l’inflazione: cosa succederà adesso?

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L’Inflation Reduction Act è una delle iniziative più significative da parte del governo per intervenire sul mercato domestico a tutela dei prezzi al consumo contro l’inflazione.

l’Inflation Reduction firmata da Joe Biden prevede investimenti per oltre 750 miliardi di dollari che nel complesso ridurranno oltre che l’inflazione gli effetti del cambiamento climatico e i costi della sanità.

Nel pacchetto 370 miliardi di dollari sono dedicati alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030. A oggi questo è il più grande investimento mai effettuato negli Usa per il clima. Per finanziare questi investimenti l’Inflation Reduction Act istituisce un’aliquota fiscale minima, pari al 15%. È da qui che Biden pensa di fare leva per ridurre gli investimenti delle grandi imprese i cui profitti superano il miliardo di dollari e con esse l’inflazione. I ricavi stimati dalla misura sarà di 258 miliardi per i prossimi dieci anni. Ad ogni modo nonostante il nome, l’Inflation Reduction Act data la sua natura indiretta un impatto solo minimo sulla diminuzione dei prezzi.

Inflation Reduction Act; ecco come il partito democratico Usa cerca di emergere sostenendo l’economia

Una iniziativa storica fortemente voluta dall’amministrazione considerando anche le elezioni di Novembre. Il partito democratico intanto si confronta con uno scenario complesso di cui dovrà rendere conto dati gli effetti immediati sull’economia.

Al momento l’indice americano S&P 500 continua a macinare rialzi con il prezzo arrivato superare la soglia dei 4.300 punti, sui livelli dello scorso aprile. Dal minimo di metà giugno l’indice è riuscito a mettere a segno un rialzo del 18,40%. In questo scenario di inflazione la crescita dell’azionario è bilanciata da un petrolio in calo, che rimane confinato intorno ai 93 dollari al barile per il brent e agli 87,3 per il Wti.

Intanto l’Iran potrebbe accettare la bozza di testo per il rilancio dell’accordo sul nucleare. In cambio può aumentare notevolmente l’esportazione di petrolio nonché gli altri scambi commerciali del Paese sotto embargo Usa da numerosi anni.

Un’altra fonte di problemi dal punto di vista dell’aumento dei prezzi al consumo è rappresentata dai costi del gas. Questo si riflette in particolare sull’Ue e solo indirettamente negli Stati Uniti. Gazprom ha avvertito che i prezzi del gas in Europa possono salire di un ulteriore 60% quest’inverno. Al momento il prezzo nel mercato europeo è arrivato fino a 251 euro per Mwh.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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