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Economia e Finanza

Infortunio sul luogo di lavoro: finalmente chiarito quando ti spettano i tanti soldi e quando no, fondamentale saperlo

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Il datore di lavoro è sempre responsabile per gli infortuni dei dipendenti? Una sentenza della Cassazione chiarisce finalmente questo aspetto.

Di recente, la Corte di Cassazione ha pronunciato un fondamentale principio in tema di infortunio sul lavoro, condannando un datore con l’accusa di violazione degli obblighi di prevenzione degli incidenti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Infortunio sul luogo di lavoro: finalmente chiarito quando ti spettano i tanti soldi e quando no, fondamentale saperlo (trading.it)

La decisione mira a sottolineare l’importanza della formazione specifica professionale e del rispetto delle norme di sicurezza, al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori. Ma analizziamo la vicenda nel dettaglio e scopriamo quali sono le motivazioni alla base della decisione della Cassazione.

Responsabilità del datore di lavoro per condotte imprudenti dei dipendenti: quando sussiste?

La vicenda analizzata dai giudici riguardava il grave infortunio di un operario neoassunto, che aveva subito l’amputazione della mano sinistra durante l’uso di una troncatrice. Il macchinario era gestito da un collega esperto, ma durante l’assenza di quest’ultimo, la vittima aveva deciso di procedere in autonomia, senza possedere le conoscenze tecniche adeguate o la formazione idonea per poter operare in sicurezza.

Responsabilità del datore di lavoro per condotte imprudenti dei dipendenti: quando sussiste? (trading.it)

In primo grado, il Tribunale di Nocera aveva assolto il datore, perché la condotta del dipendente era stata considerata abnorme e imprevedibile e, dunque, era stato escluso il nesso causale tra la violazione datoriale degli obblighi di prevenzione degli infortuni sul lavoro e l’infortunio stesso. Durante gli accertamenti, l’ispettore SPISAL (Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza a negli Ambienti di Lavoro) aveva anche specificato che all’operaio era stato ordinato di rimanere a distanza dal macchinario e, dunque, non necessitava di specifica formazione.

Con la sentenza n. 22843 del 17 giugno 2025, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero e annullato la sentenza di assoluzione, ritenendo errate le motivazioni del Tribunale sull’inesistenza del nesso causale. Secondo la Suprema Corte, la condotta del lavoratore non poteva essere qualificata come “abnorme” e, inoltre, rientrava tra le mansioni da svolgere.

Richiamando il principio in base al quale il datore è responsabile anche dei comportamenti imprudenti dei dipendenti, a meno che questi non siano del tutto imprevedibili rispetto alle mansioni affidate, i giudici di legittimità hanno ritenuto che la condotta dell’operaio non fosse eccezionale al punto tale da far venir meno la responsabilità datoriale. L’attività della vittima, infatti, era riconducibile al ciclo operativo per la mansione da svolgere e mancavano formazione e sorveglianza attiva da parte del datore.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha sottolineato che “l’assenza di formazione e informazione ai sensi degli articoli 36 e 37 del Decreto Legislativo n. 81/2008 comporta la responsabilità penale del datore di lavoro, anche quando il lavoratore affianca un collega esperto”. In pratica, il datore deve sempre prevenire le condotte imprudenti dei propri dipendenti, che possono essere ricondotte alle attività lavorative da svolgere.

Antonia Festa

Sono una giurista, grande appassionata del mondo classico, di letteratura, politica, musica, teatro e cinema, divoratrice di serie TV. Sono socia di una compagnia di teatro amatoriale e ho curato la sezione 'Intrattenimento' per un giornale online, recensendo film e spettacoli televisivi e teatrali. Attualmente, lavoro come web content writer, occupandomi soprattutto di temi di natura previdenziale ed economica, che mi permettono di coltivare e approfondire il mio interesse per il diritto.

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