Investire a 4 anni: meglio buono fruttifero o questo BTP dal 2,33% netto?

Non tutti sanno che esistono strumenti a basso rischio che oggi rendono più del doppio di quelli più conosciuti. Eppure continuano a scegliere ciò che sembra sicuro solo perché familiare. Il confronto tra le opzioni di investimento a 4 anni sta diventando sempre più interessante, specialmente ora che i tassi stanno cambiando volto. C’è un titolo in particolare che offre un rendimento netto superiore, ma passa ancora troppo inosservato. E mentre i numeri dei buoni postali deludono, altrove si aprono spiragli che meritano attenzione.

In un momento in cui l’incertezza regna e i tassi d’interesse prendono una piega diversa rispetto agli ultimi anni, si torna a parlare con forza di strumenti tradizionali. Le scelte più ovvie, quelle che sembrano rassicuranti solo perché note, continuano a raccogliere consensi, anche se oggi offrono rendimenti che non entusiasmano più nessuno.

Persona che indica un grafico
Investire a 4 anni: meglio buono fruttifero o questo BTP dal 2,33% netto?-trading.it

Eppure, basta poco per guardare altrove e accorgersi che esistono alternative che rendono di più, anche senza correre rischi eccessivi.

Il panorama degli investimenti a medio termine si sta trasformando. Le decisioni facili non sono sempre quelle migliori, e tra rendimenti modesti e opportunità concrete, diventa cruciale capire dove mettere davvero il proprio denaro.

Buoni fruttiferi postali: perché oggi offrono rendimenti troppo bassi anche su 4 anni

I buoni fruttiferi postali rappresentano da sempre una scelta classica per chi vuole investire senza sorprese. Tuttavia, se si guarda con attenzione all’orizzonte dei 4 anni, le cifre raccontano un’altra storia. Il rendimento netto oscilla tra l’1,25% e l’1,5% annuo, numeri che non brillano, soprattutto considerando l’inflazione e l’andamento dei mercati.

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Buoni fruttiferi postali: perché oggi offrono rendimenti troppo bassi anche su 4 anni-trading.it

L’assenza di rischio percepito, la garanzia pubblica e la possibilità di rimborso anticipato restano punti forti, ma basta fare un rapido confronto per capire che esistono opzioni più generose. In un periodo in cui le banche centrali allentano la pressione sui tassi, questi strumenti iniziano a mostrare i loro limiti.

Chi punta tutto sulla sicurezza spesso accetta inconsapevolmente di rinunciare a una crescita reale del capitale. Con rendimenti così modesti, l’effettivo guadagno risulta quasi simbolico, soprattutto al netto della tassazione del 12,5%. È il momento di chiedersi se la familiarità con uno strumento giustifichi ancora questa scelta.

Un BTP poco conosciuto che rende più del doppio e che oggi attira sempre più attenzione

Tra i tanti BTP in circolazione, ce n’è uno che spicca per le sue caratteristiche e per il rendimento netto interessante: si tratta del BTP Fx 2.95% Luglio 2030. Questo titolo, oggi sul mercato con un prezzo intorno a 101,22, offre un rendimento netto del 2,33% su un periodo di poco più di 4 anni.

Il rendimento lordo a scadenza è pari al 2,7%, e il rateo netto è 0,82001. Nonostante il calo generale dovuto alla discesa dei tassi BCE, che oggi sono scesi fino al 2%, questa obbligazione rimane un’opzione solida per chi cerca un compromesso tra sicurezza e ritorno.

La sua duration modificata di 4,54 suggerisce una sensibilità ai movimenti di tasso, ma rientra comunque in un profilo di rischio accettabile. Non è privo di volatilità, certo, ma rappresenta comunque una valida alternativa ai buoni postali per chi è disposto a mantenere l’investimento fino alla scadenza. Il suo rendimento netto quasi doppio rispetto a un buono postale simile lo rende una scelta tutt’altro che marginale.

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