Ci sono molte tipologie di investitori. Ci sono coloro che cercano solamente soluzioni a basso rischio, con rendimenti contenuti ma con delle ottime sicurezze. Al tempo stesso c’è chi invece preferisce diversificare, unendo, in un unico portafoglio, sia titoli molto stabili e affidabili, sia titoli più rischiosi (che potrebbero per questo avere dei rendimenti più alti). Per tutti questi investitori i BTP rappresentano ugualmente una buona opzione: sono Titoli di Stato emessi dall’Italia, considerati generalmente molto stabili sia sul breve che sul lungo periodo. L’Italia, nonostante alcune difficoltà, continua a essere una delle principali economie del mondo.
Tra i suoi BTP ce ne sono alcuni che si contraddistinguono per essere a lunghissimo termine, come nel caso dei BTP con ISIN IT0005217390, emessi quasi dieci anni fa, e che scadranno nel lontano 2067.
In quale tipologia di portafoglio finanziario possono essere utili? Valutando con attenzione le loro caratteristiche possiamo capire quali sono i reali vantaggi che offrono agli investitori.
La negoziazione al MOT di questi BTP è iniziata nell’ottobre del 2016, per cui possiamo effettivamente dire che sono in circolazione da quasi dieci anni. La scadenza, cioè il momento in cui si potrà riscattare il loro valore nominale, è il 1 marzo 2067. Ciò significa che restano più di 40 anni.
La cedola, ossia l’interesse annuo, è pari al 2,80%. Si tratta di una cedola con un rendimento nella media, né troppo alto, né troppo basso. Se l’inflazione non salisse troppo rapidamente questo rendimento potrebbe rivelarsi abbastanza conveniente, permettendo a chi possiede questi BTP di avere a disposizione un flusso regolare in entrata.
Uno dei problemi dei titoli che scadono dopo così tanti anni è l’inflazione. Nel corso dei decenni l’inflazione potrebbe aumentare di molto, rendendo una cedola pari al 2,80% annuale poco conveniente per chi vorrebbe avere delle entrate fisse utili per le proprie spese.
Per questo motivo una buona idea potrebbe essere quella di costruire un portafoglio finanziario che metta insieme sia titoli a lunghissima scadenza, sia titoli con scadenze più brevi, in modo tale da poter acquistare, di volta in volta, dei BTP che abbiano delle cedole indicizzate in base all’inflazione del momento.
Dopo aver analizzato il rapporto tra la cedola dei BTP 2067 e l’inflazione forse potreste chiedervi perché dovreste comprarli. Il motivo è presto detto: oggi si vendono ad un prezzo inferiore rispetto a quello che è il valore che si riscatterà al momento della scadenza. Nel momento in cui stiamo scrivendo il valore di questi BTP si aggira intorno al 70% di quanto si otterrà al momento della restituzione.
Ciò significa che nel 2067, quando potrete finalmente riscattare questi titoli, avrete un notevole margine rispetto a quanto avete speso per acquistarli oggi. Con un margine di questo tipo probabilmente riuscirete a far sì che il potere d’acquisto dei vostri risparmi non diminuisca (o che quantomeno la diminuzione sia molto contenuta rispetto a ciò che accadrebbe tenendo i risparmi fermi in banca). L’inflazione è il vero grande nemico del proprio denaro, e degli investimenti ben pianificati potrebbero essere un ottimo mezzo per contrastarla.
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