Entrare in banca o alle Poste con diecimila euro in tasca e la voglia di investirli può sembrare una scelta banale. Ma è proprio qui che iniziano i dubbi. Da una parte i Buoni Fruttiferi Postali, dall’altra i BTP: due strumenti diversi che promettono stabilità, ma con dettagli che possono cambiare il destino di quei risparmi.
A prima vista sembrano simili, ma guardando più da vicino emergono differenze che vale la pena conoscere prima di firmare qualsiasi cosa.
Avere diecimila euro da parte mette sempre in moto una certa responsabilità. Non è una cifra da gioco, ma nemmeno una somma da investimenti arditi. L’obiettivo, spesso, è semplice: metterli al sicuro, magari farli crescere un po’, senza brutte sorprese. In questo scenario si presentano due opzioni molto comuni: il Buono 4 Anni Plus emesso da Poste Italiane e il BTP 01FB29, titolo di Stato con durata analoga. Ma le somiglianze finiscono presto.
Chi si orienta verso il BTP 01FB29 lo fa per via delle cedole semestrali. Ricevere un piccolo flusso di denaro ogni sei mesi può dare una certa soddisfazione. Il rendimento effettivo netto promesso è dell’1,87% all’anno, su carta un valore non trascurabile. Ma c’è un dettaglio che cambia tutto: il prezzo di acquisto è 105,99. Significa che per ottenere titoli dal valore nominale di 10.000 euro, se ne comprano poco più di 94,34.
Ogni anno, il titolo paga 2,40 euro lordi per ogni 100 euro nominali, quindi circa 226,42 euro lordi annui per chi ha investito quei diecimila. Tolte le tasse (12,5%), in tasca restano 198,12 euro netti all’anno. In quattro anni si raccolgono 792,47 euro netti di cedole. Alla scadenza si ricevono 9.434 euro di rimborso capitale, quindi il totale incassato è 10.226,47 euro. Non male, ma il guadagno netto effettivo è di 226,47 euro, perché si è pagato più del valore che si riceve alla fine.
Insomma, il rendimento reale non è tanto distante da quello del Buono Postale. E soprattutto, in caso di necessità di uscire prima della scadenza, il valore del titolo potrebbe essere inferiore a quanto speso, con il rischio di rimetterci qualcosa.
Il Buono 4 Anni Plus è l’opzione per chi non vuole fare troppi calcoli. Si investono 10.000 euro e si incassano 10.445,77 euro netti a scadenza. Fine. Nessuna cedola, nessun prezzo sopra la pari, nessun rateo. Il guadagno netto è 445,77 euro, chiaro e garantito, tassato già all’origine con lo stesso 12,5% del BTP.
Per chi vuole lasciare i soldi fermi e dimenticarsene fino al 2029, questo buono rappresenta una scelta trasparente. Non si ottiene il massimo rendimento possibile, ma si ha la certezza di quanto si porterà a casa.
Tra BTP e buoni fruttiferi postali, la distanza in termini di guadagno reale è meno ampia di quanto sembri. E a quel punto la domanda cambia: quanto vale la semplicità, la chiarezza e la tranquillità di un investimento che non chiede nulla in cambio?
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