La Banca centrale europea vuole stabilire regole sicure per fare in modo che le banche dell’Ue siano in grado di gestire le criptovalute, anche in preparazione della digitalizzazione dell’euro.
Garantire competenze e capitale in un settore complesso è il primo passo per rendere sicuro l’utilizzo e gli investimenti, anche per gli istituti di credito, sulle criptovalute.
Il settore finanziario risente oggi della concorrenza che alcune piattaforme exchange come Binance e Crypto.com hanno nei confronti dei tradizionali servizi offerti dalle banche. Le due società, tra le maggiori del settore sono autorizzate a operare in diversi Paesi dell’Unione come Italia, Francia, Spagna, Grecia o Germania. La Bce ha detto che anche le banche tradizionali vogliono essere più coinvolte nel settore delle criptovalute, ma che le norme nazionali divergono notevolmente.
Alla Banca Centrale Europea importa verificare se una banca è in grado di identificare e valutare i rischi derivanti da questo mercato e se il personale è in grado di gestirne le dinamiche. L’attuale sistema monetario sembra qualcosa che verrà superato, presto o tardi a favore delle valute digitali. È quanto emerge nell’ambito di una serie di documenti pubblicati ad agosto, in cui discute la politica monetaria e la stabilità finanziaria in relazione alle CBDC.
Queste sono le valute digitali emesse dalle banche centrali che fanno la vece delle valute nazionali, senza alcuna controparte fisica. Dopo avere esaminato le dinamiche emerse negli ultimi 15 anni gli autori dello studio osservano; i consumatori sono attenti alla loro privacy solo in maniera ideale; essi tendono nella pratica a dare via i loro dati gratuitamente, o in cambio di ricompense molto piccole.
Il documento conclude che l’introduzione delle CBDC è “l’unica soluzione per garantire una continuazione regolare dell’attuale sistema monetario”. Il denaro fisico infatti rischia di creare un sistema monetario a due livelli, difficile da gestire in relazione agli obbiettivi fiscali e di politica monetaria.
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