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La grande insidia del Revenge Trading e i cicli emotivi del mercato

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Salvarsi dal revenge trading e diventare investitori esperti e temprati: le regole per non lasciarsi ingannare dall’emotività del mercato 

I mercati finanziari non si muovono solo in base ai numeri. Dietro ogni operazione c’è un elemento spesso sottovalutato, ma potentissimo: l’emozione umana. Rabbia, frustrazione, paura e avidità giocano tutte un ruolo cruciale nelle decisioni degli investitori, portando spesso a scelte irrazionali che possono avere conseguenze disastrose.

La grande insidia del Revenge Trading e i cicli emotivi del mercato -trading.it

Il nostro cervello è costituito da più aree, a influenzare queste dinamiche è l’area più antica, quella del cervello istintuale, dove si insinuano tutte le risposte rapide che ci accomunano agli animali e che fanno di noi esseri dotati, e in parte governati da emozioni.

Quando si ha paura il cervello razionale viene assopito per dar più spazio all’istinto: correre, agire. Quando ha paura l’uomo riesce a superare i suoi limiti e correre molto più velocemente di quanto farebbe se non spronato dall’emozione intensa.

Ciò accade anche quando si investe denaro sui mercati: le emozioni vogliono sempre avere il sopravvento e di riflesso, sono queste ultime che spesso influenzano mercati finanziari e indici, indirizzando gli investimenti delle masse. Uno degli esempi più emblematici di questa trappola mentale è il revenge trading.

Cos’è il revenge trading per gli investitori

Il revenge trading si verifica quando un trader, dopo una perdita significativa, tenta di recuperare il denaro perso con operazioni impulsive e ad alto rischio. Non si tratta più di una strategia basata sull’analisi tecnica o fondamentale, ma di una vera e propria reazione emotiva. La logica è semplice: “Ho perso, devo recuperare subito, altrimenti mi sentirò frustrato”. Ma questa mentalità, anziché ristabilire l’equilibrio del portafoglio, tende a generare perdite ancora maggiori.

Cos’è il revenge trading per gli investitori -trading.it

Immaginiamo un trader che ha appena subito una perdita pesante a causa di un crollo improvviso del mercato. Spinto dalla frustrazione, entra immediatamente in una nuova posizione con l’idea di “battere il mercato” e riprendersi ciò che ha perso.

Il problema? Sta operando sotto l’effetto di emozioni forti, ignorando segnali chiave come il volume degli scambi, il contesto macroeconomico e gli indicatori di volatilità, che invece andrebbero studiati a tavolino per creare una strategia più efficace a lungo o medio termine: il recupero delle perdite la maggior parte delle volte è lento e strutturato, mai impulsivo e immediato. Nella maggior parte dei casi, la reazione impulsiva porta a una seconda perdita, innescando un circolo vizioso di tentativi di recupero sempre più disperati.

Questa dinamica non è limitata ai singoli trader. Anche istituzioni e hedge fund possono cadere nella trappola della reazione emotiva, come è accaduto nel febbraio 2018 con il cosiddetto “Volmageddon”. Il crollo dell’indice VIX ha spazzato via miliardi di dollari, e nei giorni successivi molti investitori hanno tentato di recuperare le perdite con acquisti impulsivi di ETF legati alla volatilità, generando un rimbalzo del 200% in poche ore, seguito da un nuovo crollo del 50%. Un esempio perfetto di revenge trading su larga scala.

I cicli emotivi del mercato: perché il panico genera nuove trappole

Per capire meglio il revenge trading, è fondamentale conoscere i cicli emotivi che caratterizzano il mercato. Ogni grande movimento dei prezzi segue schemi ricorrenti, influenzati dalla psicologia collettiva degli investitori.

I cicli emotivi del mercato: perché il panico genera nuove trappole -trading.it

La prima fase è quella del panico. Dopo un evento traumatico, come un flash crash o il crollo improvviso di un titolo, molti trader liquidano le loro posizioni in preda alla paura. Questo sappiamo portare a vendite di massa e volumi altissimi. È in questo momento che i mercati raggiungono il loro punto più basso, ma la tensione emotiva è ancora alle stelle.

Poi arriva la fase delle false speranze. Qui il revenge trading gioca un ruolo centrale. Dopo la forte discesa, alcuni investitori vedono l’occasione per “comprare a sconto” e recuperare rapidamente. Si generano rimbalzi tecnici, che però spesso sono illusioni: senza una solida base fondamentale, questi rialzi sono destinati a esaurirsi velocemente.

Infine, si arriva alla fase delle trappole laterali. Dopo la volatilità iniziale, il mercato entra in una fase di consolidamento, muovendosi in un range ristretto. Quando il ciclo arriva a questo punto, i trader che non sanno gestire i loro stimoli emotivi rimangono bloccati in operazioni che non portano né guadagni né perdite rilevanti, aumentando il senso di frustrazione.

Molti finiscono per chiudere le loro posizioni proprio prima della vera ripresa del mercato, senza rendersi conto che hanno già messo un punto fermo alle loro possibilità di guadagno: una perdita non è mai una perdita reale fin quando non si vende, una volta che si chiude in anticipo il ciclo vendendo, per paura di ulteriori perdite, allora è quello il momento in cui inconsapevolmente si perde realmente.

Come riconoscere di cadere nel revenge trading e salvarsi da questa pratica

Come si possono riconoscere queste dinamiche in tempo reale? Monitorare alcuni indicatori chiave può aiutare a evitare di cadere nelle trappole del revenge trading. Ad esempio, osservare i picchi di volume durante l’apertura e la chiusura del NYSE (tra le 9:30 e le 10:30 e tra le 15:00 e le 16:00 EST) può rivelare momenti di decisione impulsiva da parte degli investitori.

Un volume anomalo rispetto alla media storica, in assenza di notizie rilevanti, spesso indica movimenti guidati da panico o FOMO, la paura di non prender parte al gioco, la paura di rimanere ‘fuori’ dalle dinamiche, di perdere occasione.

Anche il VIX, noto come l’indice della paura, è un ottimo strumento: valori sopra 30 segnalano livelli elevati di stress e possibili fasi di revenge trading in arrivo. La lezione da portare a casa? Non cercare mai di “vendicarsi” del mercato. La disciplina, l’analisi e la gestione del rischio sono le uniche armi efficaci per navigare l’oceano delle emozioni finanziarie senza esserne travolti.

Claudia Manildo

Giornalista pubblicista e content editor, sono laureata all'Università di Siena in Comunicazione e all'Università di Parma in Giornalismo e Cultura Editoriale. Scrivere, oltre che un lavoro, è una missione quotidiana. Sono editor e correttore bozze freelance e nel tempo libero recensisco libri. Appassionata di sociologia e di interazione uomo-macchina, nel 2022 ho pubblicato il mio primo saggio per deComporre Edizioni.

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