La vittoria di Trump alle ultime presidenziali potrebbe comportare diverse conseguenze a livello economico, i trader pronti a salvaguardarsi.
Lo scorso 5 novembre i cittadini americani sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti, dallo scontro tra Donald Trump e Kamala Harris, rispettivamente in corsa per i repubblicani e per i democratici, ne è uscito vincitore il primo. Una vittoria che non avrà un impatto unicamente politico-sociale sull’intera popolazione ma anche economico visto che gli osservatori già prevedono picchi d’inflazione per i prossimi mesi.
E non solo perché la Fed, la Federal Reserve, dovrebbe mettere in campo a quel punto nuove politiche restrittive che andrebbero senz’altro a rallentare la crescita economica. Ed è proprio di questo scenario che i trader hanno timore, soprattutto perché sarà difficile capire e prevedere l’entità degli stravolgimenti che si verificheranno nelle settimane a venire. Recuperare gli interventi in campagna elettorale di Trump e le operazioni attuate durante la sua precedente esperienza alla Casa Bianca potrebbe risultare utile in questo senso.
Gli esperti in materia economica stanno già delineando alcuni possibili scenari collegati alla vittoria di Donald Trump su Kamala Harris alle ultime presidenziali USA. Previsioni che stanno particolarmente a cuore agli investitori che al momento navigano a vista, in attesa di capire quali possano essere i risvolti futuri di un avvenimento del genere. Tra le ipotesi più probabili c’è quella di un incremento dell’inflazione, con la conseguente erosione del potere d’acquisto per i consumatori.
Il Governo a questo punto dovrebbe intervenire, adeguando i salari in modo proporzionale, onde evitare che le famiglie americane si ritrovino a sacrificarsi per mantenere il proprio standard di vita attuale. Non c’è neanche bisogno di dirlo ma l’impatto maggiore potrebbe evidenziarsi tra i ceti medio-bassi e non è da escludere che lo spazio di manovra dell’amministrazione Trump non possa essere limitato dall’aumento del deficit. La situazione sarebbe ancora più critica se consideriamo un’ipotetica crisi economica o una recessione.
Altro fattore da tenere in considerazione, poi, è la politica monetaria che, ricordiamo, è nelle mani della Federal Reserve. Tuttavia, il nuovo presidente potrebbe esercitare pressioni sulla Fed, cercando di contenere gli aumenti ai tassi di interesse e, parallelamente, incentivare la crescita.
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