L’attuale rally dei mercati nasconde crepe e forti pericoli: lezioni storiche da Wall Street

Una corsa che sembra inarrestabile può nascondere una crepa silenziosa, invisibile a chi si limita a guardare i numeri in evidenza. I grandi nomi fanno brillare i grafici, ma dietro le quinte c’è un’altra storia, meno raccontata. Gli indici scintillano, le percentuali entusiasmano, eppure l’equilibrio che li sostiene potrebbe non essere così solido.

Pochi protagonisti dominano il palcoscenico, mentre la maggioranza resta ai margini. L’illusione di un trionfo collettivo, in realtà, potrebbe essere il frutto di una forza concentrata in poche mani. Questa asimmetria è un campanello d’allarme che, nella storia dei mercati, ha già avuto il suo peso.

pericolo sui mercati
L’attuale rally dei mercati nasconde crepe e forti pericoli: lezioni storiche da Wall Street-trading.it

Il fascino delle performance stellari è potente. I titoli più noti catturano l’attenzione con numeri impressionanti, facendo sembrare che l’intero listino viaggi compatto. Ma se si scava appena sotto la superficie, il quadro cambia. Alcuni settori vivono un’energia contagiosa, altri restano fermi o arretrano. I mercati, in fondo, sono organismi complessi: quando il peso della crescita si concentra su pochi attori, la struttura complessiva perde elasticità. La storia offre più di un indizio a riguardo.

Quando la forza di pochi regge il peso di molti

Nel linguaggio finanziario, l’ ampiezza di mercato indica la partecipazione complessiva dei titoli a un trend rialzista. Un indice può salire anche se la maggioranza dei titoli non lo accompagna, purché alcuni colossi trascinino il risultato verso l’alto. Alla fine di luglio, circa il 75% delle azioni dell’S&P 500 era sopra la media mobile a 50 giorni; poche settimane dopo, la percentuale è scesa intorno al 50%. L’advance-decline line, che misura la differenza tra titoli in rialzo e in ribasso, è in calo costante dal 2024, mentre solo il 9% delle società ha toccato nuovi massimi a 52 settimane. Appena il 10% dei titoli genera la gran parte dei rendimenti, contro una media storica del 22%.

Grafico mercati e tastiera pc
Quando la forza di pochi regge il peso di molti-trading.it

Gli esempi storici chiariscono il fenomeno. Nel 2023, il rally guidato dai “Magnificent Seven” perse forza quando questi iniziarono a scendere, provocando un indebolimento generale degli indici. Nella primavera del 2025, tra maggio e inizio agosto, la quota di titoli sopra la media mobile a 50 giorni calò rapidamente, mentre l’advance-decline line continuava a diminuire. Nel 2004, il Dow Jones ebbe performance molto inferiori all’S&P 500 proprio perché pochi titoli sostenevano il rialzo, fenomeno che riportò alla memoria la bolla del 2000. Negli anni ’90, nella fase finale del decennio, la divergenza tra indici in crescita e ampiezza in calo anticipò lo scoppio della bolla dot-com.

Indicatori nascosti e lezioni dalla storia

Misurare la salute di un mercato richiede più che guardare la variazione percentuale di un indice. Indicatori come l’advance-decline ratio, il conteggio dei nuovi massimi e minimi a 52 settimane o la percentuale di azioni sopra le medie mobili a 50 e 200 giorni mostrano se il rialzo è diffuso o sostenuto da pochi. Valori deboli suggeriscono una base instabile. Quando il mercato cresce in modo ampio e omogeneo, la sua struttura è più resiliente; quando invece la crescita è concentrata, bastano poche correzioni nei titoli leader per generare effetti a catena.

La storia lo conferma. Nei casi citati, dal 1990 al 2025, la concentrazione dei guadagni ha preceduto fasi di stagnazione o correzione. È come un acquario in cui poche creature dominanti nuotano in testa, attirando tutta l’attenzione, mentre il resto del banco resta indietro. Finché i leader mantengono il passo, l’immagine resta brillante. Ma se rallentano, l’intero ecosistema perde forza. Non è una legge matematica, ma una costante che i mercati, ciclicamente, riportano in primo piano.

Gestione cookie