Non sempre l’estate porta solo relax. In alcuni casi, è proprio nei mesi più caldi che accadono i movimenti più interessanti nei mercati finanziari. Alcune azioni italiane stanno attirando nuovi sguardi, ma non per caso.
Le previsioni di alcune tra le maggiori banche d’affari internazionali segnalano qualcosa che va oltre i numeri. Non si tratta solo di rendimenti o utili, ma di segnali chiari da chi, solitamente, resta cauto. Una fiducia che si fa concreta. Qualcuno potrebbe pensare che sia solo una parentesi estiva. Ma quando nomi come Goldman Sachs, HSBC e JP Morgan iniziano a puntare in una direzione comune, conviene fare attenzione. Il titolo? Azioni italiane al centro della scena: i target sorprendenti delle banche globali.

C’è chi guarda ai mercati con distacco, e chi invece inizia a percepire un cambiamento. Non rumoroso, non evidente, ma comunque reale. Nei dati che si sommano, nelle stime che crescono, nelle revisioni che parlano chiaro. Nessuna fretta, nessuna promessa. Solo segnali che, se letti con attenzione, raccontano una direzione diversa da quella che ci si aspetterebbe in questo periodo dell’anno. Ecco che, in un panorama economico spesso visto come saturo, alcuni titoli noti tornano a brillare. Azioni italiane che sembravano ferme, ma che improvvisamente entrano in movimento. Non è ancora una corsa. Ma qualcuno ha già iniziato a posizionarsi.
Quando le grandi banche puntano sull’Italia: Unicredit e Banco BPM tra stime in rialzo e nuova attenzione
Sarà il clima di fiducia che inizia a respirarsi nel settore bancario europeo o semplicemente l’aver mantenuto una certa solidità nel tempo. Fatto sta che Unicredit è tornata ad avere un ruolo da protagonista. Con un prezzo di circa 56,52 euro, le stime degli analisti sono tutte orientate verso l’alto. Tra gli istituti più attivi, ci sono nomi pesanti: Jefferies punta a 65,80 euro, JP Morgan arriva a 68, mentre HSBC, Barclays e Goldman Sachs mantengono target tra i 62 e i 65,50 euro. La direzione è chiara, così come l’interesse.

Anche Banco BPM, scambiata attorno a 9,98 euro, riceve attenzione crescente. Deutsche Bank la valuta 11,30, Morgan Stanley spinge fino a 11,80, mentre HSBC, Barclays e Bank of America confermano valutazioni oltre i 10,50 euro. Non mancano pareri più cauti, come quelli di Equita SIM e Jefferies, ma il fatto che più istituzioni internazionali si stiano muovendo su questo titolo suggerisce un ritorno d’interesse sul settore bancario italiano. Forse sottovalutato fino a poco tempo fa.
ENI sorprende ancora: energia, transizione e numeri che parlano più delle parole
Nel mezzo di un contesto energetico ancora instabile, ENI sembra riuscire a bilanciare visione strategica e solidità operativa. Oggi vale circa 13,40 euro per azione, ma i target fissati da vari analisti raccontano un’altra storia. Banca Akros arriva a 17, Equita SIM e JP Morgan indicano 16, mentre Goldman Sachs e Jefferies restano su 15 euro tondi. Non si tratta solo di una serie di raccomandazioni ottimistiche. È il segnale che una società come ENI, nonostante le sfide globali, riesce ancora a rappresentare una certezza per chi guarda al lungo periodo.
La transizione verso un’energia più sostenibile, le nuove iniziative in ambito rinnovabile, e la gestione oculata della componente tradizionale fanno di ENI un punto d’appoggio in un mercato spesso turbolento. E quando analisti internazionali si trovano d’accordo su una traiettoria così precisa, il segnale diventa difficile da ignorare.