A Piazza Affari ci sono titoli che hanno sofferto da inizio anno ma che offrono dividendi generosi, anche fino al 10%. Molte azioni scambiano a sconto e presentano prospettive di recupero grazie a utili attesi in crescita. L’autunno si apre così con occasioni che uniscono sottovalutazione e remunerazione stabile.
Il 2025 è stato un anno di contrasti per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha guadagnato quasi il 28%, ma diversi titoli hanno sottoperformato in modo marcato, colpiti da timori sui tassi, leva finanziaria elevata e dazi statunitensi. Secondo Milano Finanza, Stellantis ha perso oltre il 29% da inizio anno, mentre The Italian Sea Group ha lasciato sul terreno il 27%. Anche Nexi e Tenaris hanno registrato ribassi, così come Fila. Tuttavia, queste aziende presentano flussi di cassa robusti e politiche di dividendo generose, con rendimenti che in alcuni casi superano il 5% e arrivano al 10% in prospettiva. Utilities come A2A e Terna, con dividend yield attorno al 4,6%, restano assimilabili a bond di lungo periodo: titoli difensivi che offrono stabilità anche in contesti di volatilità.

Le parole di Gianluigi Serafini, partner di Grimaldi Alliance, evidenziano come la debolezza dei prezzi sia legata a fattori macroeconomici, non alla solidità strutturale delle società. Il mercato attende inoltre la revisione delle guidance aziendali di fine anno, che potrebbe influenzare la volatilità di breve periodo. Secondo FactSet, gli utili per azione delle società italiane dovrebbero crescere del 12% nel 2026, dopo un 2025 in lieve calo (-2,9%), con multipli prezzo/utili ancora inferiori alla media storica europea.
Dividendi in crescita e titoli sottovalutati
Uno degli elementi più attrattivi dell’azionario italiano resta la politica dei dividendi. Piazza Affari vanta uno yield medio stimato del 4,9% per il 2025 e del 5,3% per il 2026, un primato rispetto ad altri mercati europei. Banche, assicurazioni e utility sono i comparti con i rendimenti più elevati, seguite da società di risparmio gestito. Serafini sottolinea che utilities come A2A e Terna restano interessanti per la domanda energetica crescente, mentre Saipem beneficia di ordini in portafoglio per 53 miliardi € e di una solida generazione di cassa. Gianmarco Bonacina di Banca Akros segnala Tenaris, con posizione di cassa da 3 miliardi € e un piano di buyback, mentre Stellantis, pur in difficoltà sul mercato europeo, potrebbe beneficiare del rilancio dei brand americani con i nuovi modelli e della guida del nuovo ceo Filosa.

Secondo Fabio Caldato di AcomeA Sgr, Inwit rappresenta una diversificazione da bond proxy, con dividendo intorno al 5% e correlazione favorevole con la discesa dei tassi. Anche nel segmento Star emergono opportunità: Zignago Vetro, con yield superiore al 5%, è penalizzata dalla domanda debole ma resta interessante in ottica di accumulo; Marr e B&C Speakers mostrano solidi fondamentali, con quest’ultima che mantiene un payout del 60% e dividend yield medio del 5% al 2027, come indicato da Luca Arena di Alantra. La combinazione di dividendi elevati e valutazioni a sconto rende questi titoli particolarmente seguiti dagli analisti.
Prospettive di rimbalzo per il mercato italiano
Nonostante le difficoltà, l’autunno 2025 potrebbe segnare una fase di recupero per molte azioni quotate a Piazza Affari. Gli analisti sottolineano che la sottoperformance di alcuni titoli è stata eccessiva rispetto ai fondamentali. Utilities, industriali e finanziari sono i settori chiamati a sostenere la crescita degli utili nel 2026. Le aspettative di riduzione dei tassi da parte di Bce e Fed potrebbero sostenere i titoli più esposti alla leva, come le infrastrutture e le società con elevato indebitamento. Allo stesso tempo, il comparto energetico resta strategico: Saipem e Tenaris beneficiano di prospettive commerciali solide e di investimenti globali in infrastrutture.
Secondo il Sole 24 Ore, il multiplo prezzo/utili del Ftse Mib, pari a 12,4 volte per il 2025 e 11,1 per il 2026, resta inferiore alla media storica e all’EuroStoxx, suggerendo che il mercato italiano sia ancora a sconto. Questo rende i dividendi italiani particolarmente competitivi in Europa, in un contesto di tassi bassi e volatilità limitata. Le previsioni indicano una crescita media degli utili del 12% nel 2026, con particolare forza nei comparti bancario, industriale ed energetico. La combinazione tra sottovalutazione, solidità finanziaria e rendimenti distribuiti agli azionisti mantiene alta l’attenzione su titoli che potrebbero guidare un rimbalzo nelle prossime stagioni.