Due leggi, una sola esigenza: dare sostegno a chi convive con una disabilità. Ma non tutti sanno che esistono due strumenti diversi e complementari. La Legge 104 è quella più conosciuta, ma la Legge 162 in alcune regioni offre un tipo di assistenza molto più personalizzata. Capire la differenza tra le due può cambiare completamente il tipo di aiuto ricevuto. E con le novità del 2025, il quadro delle agevolazioni si arricchisce ulteriormente, specialmente per over 80 e famiglie con figli disabili. Ecco cosa c’è da sapere.
Quando si pensa all’assistenza per le persone con disabilità, si fa spesso riferimento solo alla Legge 104, che garantisce diritti importanti sia al disabile che al familiare che lo assiste. Tuttavia, chi vive quotidianamente certe situazioni sa che queste misure non bastano sempre.

In Sardegna, ad esempio, molte famiglie hanno trovato una risposta concreta nella Legge 162, una normativa regionale che affianca e potenzia la 104. Il suo approccio è più flessibile, perché costruisce piani personalizzati in base ai bisogni reali. Una madre con un figlio disabile grave, grazie a questa legge, può ricevere un contributo per pagare un educatore o per garantire trasporti speciali. Non è solo teoria: per chi vive certe difficoltà ogni giorno, può fare davvero la differenza.
Legge 104: diritti garantiti ma con limiti fissi
La Legge 104/1992 è una normativa nazionale che riconosce una serie di agevolazioni per le persone con disabilità e i loro familiari. Tra le principali ci sono i permessi retribuiti per i lavoratori dipendenti, i congedi straordinari per chi assiste un familiare con disabilità grave e varie detrazioni fiscali per spese sanitarie o mezzi di trasporto adattati.

Un esempio pratico? Un lavoratore che assiste un genitore con disabilità può chiedere fino a tre giorni di permesso mensile retribuito. Oppure può beneficiare del congedo straordinario fino a due anni, mantenendo il posto di lavoro. Tutto questo però ha limiti rigidi e uguali per tutti, senza tener conto delle differenze individuali. È un supporto importante, ma non sempre sufficiente. In molte situazioni, serve qualcosa di più personalizzato, che entri nel merito delle difficoltà quotidiane.
Legge 162: piani su misura e gestione personalizzata
La Legge 162/1998 si applica in alcune regioni italiane, come la Sardegna, e nasce proprio per integrare la Legge 104 con un approccio più flessibile. La sua particolarità è la possibilità di costruire un Piano personalizzato di interventi. Per accedere è necessario avere già il riconoscimento della disabilità grave secondo l’art. 3 comma 3 della 104, poi si presenta domanda al Comune allegando ISEE, verbale INPS, scheda salute e scheda sociale.
Il piano può essere gestito in due modi: in forma diretta, con i servizi forniti dal Comune, oppure indiretta, con contributi economici alla famiglia che gestisce autonomamente l’assistenza. Ad esempio, una famiglia può scegliere di assumere un educatore o un assistente domiciliare, presentando poi il rendiconto delle spese.
Nel 2025, questo modello si integra con nuove misure nazionali. Tra queste, l’Assegno di Inclusione per famiglie con disabili, l’aumento dell’Assegno Unico Universale e una nuova prestazione per gli over 80 non autosufficienti, che include un extra di 850 euro oltre all’indennità di accompagnamento.
La forza della Legge 162 sta nella capacità di adattarsi alla persona, mentre la Legge 104 garantisce diritti standard. Quale sia il supporto migliore dipende dalle esigenze reali, dalla rete familiare e dai servizi attivi nel proprio Comune. A volte, unendo entrambe le strade, si può costruire un percorso davvero completo.