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L’INPS deve restituire tanti soldi ai pensionati con questa nuova sentenza: chiedili subito

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I giudici hanno deciso e ora l’Inps deve restituire tanti soldi ai pensionati. Ecco che cosa dice la sentenza e come richiederli subito.

Nel nostro Paese andare in Pensione non implica l’impossibilità di tornare a lavorare, se non in alcuni casi ben specifici. Chi usufruisce di Quota 100, Quota 102 e Quota 103, infatti, può andare in pensione in anticipo, ma per il periodo che manca al completo raggiungimento dei requisiti vi è l’impossibilità di avviare una nuova attività lavorativa.

Ecco perché l’Inps deve restituire tanti soldi (Ansa) – Trading.it

Tuttavia, l’applicazione letterale della regola ha sfavorito alcuni pensionati che, pur non effettuando un lavoro continuativo, hanno svolto alcune brevi prestazioni lavorative, con il rischio di dover restituire migliaia di euro. Tuttavia, ora i giudici hanno deciso che l’Inps deve restituire tanti soldi ai pensionati: ecco che cosa dice la sentenza.

Soldi restituiti ai pensionati

Il caso è quello di un cittadino pensionato di 63 anni che, avendo usufruito di Quota 100 nel 2020, decide di fare la comparsa di una giornata per la serie Tv “La luce dei miei occhi”, per un pagamento di circa 78 euro. Tuttavia, l’Inps – dopo essere venuta a conoscenza dell’attività svolta dal pensionato – ha applicato una sanzione richiedendo la restituzione di circa 24 mila euro: l’importo pensionistico accreditato fino a quel momento.

Cosa dice il Tribunale di Vicenza (Ansa) – Trading.it

Si tratta però di un errore in buona fede, quello commesso dal pensionato, il quale non pensava di dover rinunciare anche ad una semplice prestazione lavorativa di un solo giorno con il rischio di perdere l’importo pensionistico. D’altro canto, l’Inps ha operato alla lettera quanto stabilito dalle normative, senza però fare alcuna distinzione tra le varie collaborazioni occasionali esistenti.

Tuttavia, il Tribunale di Vicenza è intervenuto in una sentenza ribaltando tutto. Il pensionato ha infatti denunciato l’accaduto e gli avvocati hanno sostenuto che la sua esperienza non può essere considerata come un’attività di lavoro subordinata in senso stretto. In questo modo non si incorre nella violazione del divieto di cumulo di pensione e di reddito da lavoro dipendente stabilito nella normativa. Il ricorso è stato infatti ritenuto fondato da parte del giudice del Lavoro del Tribunale di Vicenza, paolo Sartorello. Secondo il giudice, infatti, si tratta di “un’interpretazione conforme alla ratio della norma” e che, dunque, è necessario considerare “compatibili con l’erogazione della pensione Quota 100 redditi di irrisorio importo derivanti da prestazioni del tutto isolate”. Dunque, il pensionato non dovrà restituire nulla e potrà comunque godere della propria pensione.

Gianluca Merla

Classe 1992, ho studiato Comunicazione e sono un redattore web freelance. Mi occupo di cronaca, economia, geopolitica, spettacolo e sport e amo raccontare nel miglior modo possibile ciò che accade ogni giorno. Credo infatti che un buon giornalista, nel suo piccolo, possa rendere il mondo un posto migliore.

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