La circolare n. 41902/2025 di Agea indica come lo Stato paga gli interessi sui finanziamenti, le parole del CAF.
Mediante la circolare del 23 maggio 2025, è noto che Agea ha posto delle integrazioni al regime di aiuto finanziato attraverso il Fondo sovranità alimentare. In questo modo, lo Stato paga gli interessi sui finanziamenti al posto del singolo, l’analisi del CAF è una manna dal cielo.

L’obiettivo è quello di coprire degli interessi passivi specifici, quelli dei finanziamenti bancari sottoscritti al massimo dei 30 giorni precedenti dalla presentazione della domanda. L’aiuto copre fino al 50% del tasso annuo nominale, applicato dalla stessa banca al finanziamento.
La soglia massima è di 50 mila euro in 3 anni secondo le regole del regime di Sostegno, ma con il nuovo provvedimento sono stati forniti i chiarimenti in merito all’elenco degli istituti di credito ammessi.
È con loro che gli agricoltori devono sottoscrivere i contratti di finanziamento, e ne è stato anche determinato il modulo per porre la domanda correttamente. Ma il nuovo provvedimento AGEA specifica qualcosa di più sul beneficiario.
Come lo Stato paga gli interessi sui finanziamenti, analisi pratica
Lo Stato paga gli interessi sui finanziamenti, ma bisogna comprendere oltre come avviene ciò, quali sono gli obblighi e i dettagli che riguardano il beneficiario, specie dopo il provvedimento emanato da AGEA.

Interviene AGEA, sigla che indica l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. Appunto, è quell’ente di diritto pubblico che al sotto della vigilanza del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e al controllo della Corte dei conti, che si occupa di gestire il settore in questione.
Ad oggi si evidenziano caratteri particolari, cioè l’intervento in seguito all’aggiornamento in questione, con tutte le sue conseguenze per i diretti destinatari.
Nello specifico, AGEA tratta la figura del beneficiario. Essa afferma che quest’ultimo può richiedere il contributo per un solo finanziamento, anche se potrebbe richiederne di più, poiché rientrerebbero nei limiti del regime de minimis. Ma non finisce qui, perché ci sono altre precisazioni a cui fare riferimento. È necessario presentare due domande, una riferita al 2025, e l’altra al 2026, questo per tutti i prestiti che hanno durata che va ben oltre i 12 mesi di riferimento.
Si aggiunge che gli agricoltori beneficiari devono sottoscrivere una polizza assicurativa, cioè sono proprio tenuti a farlo. Devono concretizzare ciò contro i danni di produzione, quelli fatti alle strutture, e ancora alle infrastrutture e agli impianti produttivi che derivano da calamità naturali. Anche eventi eccezionali, avversità atmosferiche e eventi di natura catastrofale. S’includono anche le epizoozie e gli attacchi di organismi nocivi alle colture vegetali.