La televisita per i certificati di malattia e la ricetta valida 12 mesi promettono di cambiare l’organizzazione della medicina generale in Italia, riducendo burocrazia e spostamenti inutili per milioni di pazienti.
Le novità inserite nel ddl semplificazioni, in vigore dal 18 dicembre, introducono procedure digitali pensate per facilitare l’accesso alle cure, pur richiedendo ancora accordi e decreti attuativi prima di diventare operative. L’obiettivo è alleggerire gli studi medici, ma anche semplificare la vita di chi convive con patologie croniche.
L’evoluzione della telemedicina, la digitalizzazione dei servizi sanitari e la crescente mole di certificazioni Inps rendono indispensabile una riorganizzazione capace di rispondere alla domanda reale di assistenza.
Nel primo semestre 2025, i medici di famiglia hanno trasmesso oltre 16,5 milioni di certificati, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, un dato che evidenzia quanto il carico amministrativo pesi sui professionisti. Mentre le visite fiscali registrano oscillazioni significative tra settore pubblico e privato, cresce l’esigenza di strumenti più agili per gestire il quotidiano. Anche i pazienti cronici, tra necessità di continuità terapeutica e monitoraggio costante, chiedono percorsi più lineari. In questo contesto, validità estesa delle ricette e certificati rilasciabili a distanza rappresentano un passo verso un modello più moderno e funzionale.
Dal 18 dicembre il ddl semplificazioni introduce due cambiamenti destinati a incidere sulle abitudini di pazienti e medici. La prima novità riguarda il certificato di malattia, che potrà essere rilasciato anche tramite televisita. L’articolo 58 equipara infatti la telecertificazione alla visita tradizionale nello studio o a domicilio, ma la misura non diventa operativa subito.
La Fimmg chiarisce che servirà un accordo successivo nella Conferenza Stato-Regioni, dove il ministro della Salute dovrà proporre criteri e modalità d’uso. Finché non verrà definito questo passaggio, resterà l’obbligo di accertare di persona le condizioni del paziente, con le attuali tutele contro i certificati falsi. I medici continueranno a mettere a disposizione l’esperienza maturata durante la pandemia per valutare quando la certificazione a distanza potrà essere applicata in modo sicuro.
La seconda novità, contenuta nell’articolo 62, riguarda i pazienti con patologie croniche. Le ricette per i farmaci destinati alla terapia di lungo periodo potranno avere una validità fino a dodici mesi. L’estensione della validità ridurrà la necessità di ricette ripetute, lasciando più spazio all’ascolto e alla gestione dei casi complessi.
Nel frattempo, i dati dell’Inps mostrano quanto sia urgente semplificare: nei primi sei mesi del 2025 sono stati inviati 16,5 milioni di certificati di malattia, con un’incidenza maggiore nel settore privato. Le visite fiscali del primo trimestre 2025 ammontano a 223 mila controlli, con una diminuzione generale rispetto all’anno precedente e variazioni opposte tra pubblico e privato. Il numero di verifiche per mille certificati scende da 20 a 15 nel privato e da 46 a 44 nel pubblico, segnale di carichi variabili che richiedono strumenti più efficienti. Le nuove misure puntano a rispondere proprio a questa esigenza: alleggerire le procedure, migliorare l’accessibilità e rendere più sostenibile il lavoro quotidiano dei medici di famiglia.
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