Meglio del conto deposito e dei BOT? Ecco quanto rende investire 10.000€ in un BTP a 5 anni

Un titolo di Stato con rendimento certo, tassazione agevolata e durata contenuta sta guadagnando l’interesse di chi cerca qualcosa di più dei soliti BOT e conti deposito. È lo strumento che, con 10.000 euro, può offrire una rendita stabile per cinque anni, senza sorprese. Ma non è tutto così lineare: ci sono dettagli da considerare per capire se questa opzione può davvero fare la differenza nella gestione del risparmio.

C’è chi preferisce la tranquillità dei conti vincolati e chi, invece, guarda ai titoli pubblici per diversificare. Negli ultimi mesi, l’attenzione si è concentrata su un BTP in particolare, con cedola fissa e scadenza nel 2030, ma acquistabile oggi con una durata residua di circa cinque anni. Una scelta che non appare affatto secondaria per chi punta su equilibrio tra sicurezza e rendimento.

Moneta di 1 euro
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A prima vista, potrebbe sembrare una soluzione per investitori esperti. In realtà, la struttura semplice e la chiarezza delle condizioni la rendono accessibile anche a chi ha poca familiarità con i mercati finanziari. Il punto, però, è comprendere fino in fondo cosa ci si porta a casa con 10.000 euro investiti in questo strumento, e perché, numeri alla mano, potrebbe battere soluzioni più conosciute.

Un investimento che paga: numeri chiari su cedole e rendimento

Chi sceglie di investire 10.000 euro nel BTP FX 2,95% con scadenza luglio 2030 si assicura una cedola annua lorda del 2,95%, pari a circa 295 euro. Dopo la tassazione agevolata del 12,5% prevista per i titoli di Stato, il rendimento netto si assesta su 258 euro l’anno. In cinque anni, significa ricevere circa 1.290 euro netti di cedole, accreditate in due tranche semestrali.

Banconote da 50 euro
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Ma c’è un elemento che incide sul calcolo finale: il prezzo di acquisto. Attualmente, questo BTP viene scambiato a circa 100,56, leggermente sopra la pari. Alla scadenza, sarà rimborsato a 100, il che comporta una piccola perdita sul capitale, circa 56 euro. Nonostante questo, il bilancio resta positivo. Il rendimento effettivo netto si aggira intorno al 2,47% annuo, tenendo conto sia delle cedole incassate sia della minusvalenza.

Una delle caratteristiche che rendono interessante questo strumento è la regolarità degli incassi, utili anche per chi desidera integrare il reddito senza dover attendere la scadenza finale. Inoltre, la duration contenuta (circa 4,39 anni) lo rende meno esposto alle fluttuazioni di mercato rispetto ai titoli a lunga scadenza.

Meglio del conto deposito? Quando il BTP diventa più interessante

Confrontato con un conto deposito, questo BTP presenta vantaggi rilevanti. La tassazione al 12,5% è sensibilmente più bassa rispetto al 26% applicato agli interessi bancari. A parità di rendimento lordo, il netto a favore dell’investitore risulta più elevato. Inoltre, non impone vincoli o penalità per l’eventuale vendita anticipata sul mercato secondario.

I BOT, invece, offrono rendimenti generalmente più bassi, soprattutto sulle scadenze brevi. E se è vero che non presentano il rischio della minusvalenza legata al prezzo di acquisto, è altrettanto vero che non prevedono il pagamento di cedole periodiche. Si riceve tutto alla fine, e questo può non essere ideale per chi cerca entrate regolari.

Va detto, però, che anche il BTP non è esente da rischi. In caso di rialzo dei tassi, il valore di mercato potrebbe calare. Ma chi intende portarlo fino alla scadenza può contare su una rendita certa, senza sorprese. Il fatto che sia emesso dallo Stato italiano aggiunge un ulteriore elemento di solidità, utile per chi privilegia la stabilità.

In un periodo in cui molte forme di risparmio faticano a tenere il passo dell’inflazione, questo tipo di investimento si inserisce come valida alternativa. Non è una soluzione per diventare ricchi, ma può diventare un tassello concreto nella costruzione di un portafoglio più equilibrato. E, forse, è proprio questo il suo vero punto di forza.

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