Un pattern che ritorna ciclicamente nei grafici e accende l’attenzione di analisti e investitori. Non è solo una figura estetica, ma un potenziale segnale che può cambiare il corso delle decisioni. Doppio minimo e doppio massimo: nomi semplici, ma dietro si nascondono dinamiche che parlano il linguaggio dei mercati.
È tutto una questione di contesto, conferme e probabilità. E non basta vederli per considerarli attendibili: ciò che conta davvero è il momento in cui si formano, e come si comporta il mercato quando si avvicina alla famosa linea di rottura.

Nei grafici finanziari, certe figure sembrano disegnate apposta per chi cerca indizi tra i prezzi. Alcuni le riconoscono a colpo d’occhio, altri ci arrivano dopo ore di studio. Quel che è certo è che i pattern tecnici non sono tutti uguali. Tra i più noti ci sono il doppio minimo e il doppio massimo, due configurazioni che si ripresentano ciclicamente nei mercati, ma non sempre con la stessa efficacia.
Quando un mercato scende, poi rimbalza, scende di nuovo allo stesso livello e rimbalza ancora, potrebbe trovarsi davanti a un doppio minimo. Se la linea che unisce i due picchi intermedi viene rotta al rialzo, si parla di possibile inversione. Al contrario, quando dopo una salita si verificano due massimi simili, separati da un calo, e poi avviene una discesa sotto la linea di supporto, ci si trova di fronte a un doppio massimo.
Questi pattern da soli non bastano. Serve la conferma della cosiddetta neckline, e spesso sono i volumi di scambio a dare un’ulteriore spinta di credibilità. Se al momento del breakout i volumi aumentano, la probabilità che il segnale sia autentico cresce sensibilmente.
Pattern affidabili? Dipende dal contesto
Secondo le analisi condotte da Thomas Bulkowski, il doppio minimo, se confermato, ha una probabilità di successo intorno al 60–70%. Il doppio massimo si ferma poco più in basso, con un’affidabilità stimata tra il 55 e il 65%. Ma si tratta di medie: i numeri reali variano molto in base al contesto in cui si formano. Un mercato laterale o molto volatile può generare falsi segnali, rendendo il pattern meno attendibile.

Anche l’orizzonte temporale è determinante. Su time frame giornalieri o settimanali, le probabilità che il pattern sia valido aumentano. Nei grafici a breve termine, invece, il rumore di fondo può confondere. Fondamentale è integrare questi pattern con altri elementi: indicatori tecnici come RSI o MACD, oppure analisi di tipo fondamentale. Se tutto converge, allora sì, può nascere un’opportunità concreta.
In definitiva, doppio minimo e doppio massimo non sono ricette infallibili, ma segnali utili se letti con attenzione. Forse il vero valore non sta tanto nella figura in sé, quanto nella capacità di inserirla nel quadro più ampio del mercato. E allora, di fronte a una M o a una W, vale la pena chiedersi: è solo un disegno o c’è davvero qualcosa che si sta preparando?