Una lettera inattesa, una richiesta che mette in tensione, una trattenuta sulla pensione già programmata. E se quel denaro venisse tolto mese dopo mese prima ancora di poterne parlare? L’argomento della restituzione delle somme con trattenuta diretta incrocia regole difficili da decifrare, tempi stabiliti per legge e la possibilità concreta di far sentire la propria voce.
È il momento in cui la comunicazione dell’INPS arriva davvero come una serie di scatti improvvisi, spesso dopo anni. Arrivando nella buca delle lettere, quella raccomandata ha già cambiato lo scenario. La percezione di aver diritto a un sostegno si trasforma in una situazione intricata, dove il diritto alla pensione convive con il timore di perdere parte di quello che era sembrato un aiuto prezioso.

Quando la restituzione viene applicata mediante trattenuta mensile, il gesto della firma diventa un’ombra sul mese successivo. In questo contesto, capire se la pratica sia legittima, se esistano margini di opposizione, se si possa riferire che si è stati in buona fede e se i termini per agire sono scaduti, assume un’importanza decisiva.
Condizioni e limiti per una trattenuta diretta attuale
La normativa vigente nel 2025 conferma che l’INPS può richiedere la restituzione di somme indebitamente percepite e, se necessario, attivare trattenute dirette sulla pensione. In base all’articolo 2033 del Codice Civile, chi riceve un pagamento non dovuto ha l’obbligo di restituirlo, ma per le pensioni si applicano norme speciali: la legge 88/1989 e la legge 412/1991 stabiliscono che, in assenza di dolo del destinatario e quando l’errore è imputabile esclusivamente all’ente, le somme sono considerate irripetibili.

Una recente ordinanza del Tribunale di Ravenna (n. 92 del 3 aprile 2025) ha inoltre stabilito che la trattenuta sulla pensione non può superare un quinto dell’importo mensile e che deve comunque essere garantito il trattamento minimo vitale. Inoltre, in assenza di dolo, non possono essere applicati interessi o sanzioni aggiuntive. Si tratta di un principio importante che mette un argine alle richieste automatiche di rimborso, ribadendo che il recupero forzato non è illimitato.
La prescrizione per richiedere la restituzione può arrivare fino a dieci anni dal pagamento indebito, ma se il cittadino ha comunicato tutto correttamente e l’errore è dell’INPS, la somma può essere considerata non più esigibile. L’INPS può comunque attivare la procedura, ma ogni situazione va verificata nel dettaglio, soprattutto se la persona ha agito in buona fede e secondo quanto comunicato dagli uffici stessi.
Come agire in caso di trattenuta e possibilità di opposizione
Quando arriva una raccomandata con richiesta di restituzione, l’INPS spesso comunica anche che la somma sarà recuperata con trattenute dirette sull’assegno mensile. In questi casi, non bisogna rimanere passivi. Tramite il portale “Visualizzazione Indebiti” dell’INPS è possibile accedere al dettaglio della posizione, verificare da cosa nasce l’indebito e presentare eventualmente una richiesta di rateizzazione o una contestazione.
Se l’errore è dell’ente e non c’è stata alcuna dichiarazione mendace o omissione da parte del cittadino, è possibile presentare un’istanza di autotutela entro 30 giorni o un ricorso amministrativo entro 90 giorni dalla comunicazione. Ogni documento utile a dimostrare la correttezza del comportamento può rafforzare la difesa.
Un esempio concreto riguarda un pensionato che aveva ricevuto una maggiorazione non spettante. Dopo aver ricevuto la raccomandata, si è rivolto a un legale che ha dimostrato che l’errore era dell’INPS. Il tribunale ha sospeso le trattenute, riconoscendo l’irripetibilità delle somme. In alternativa, quando la restituzione è effettivamente dovuta, è possibile chiedere la dilazione, evitando così di vedere ridotto drasticamente l’importo mensile.
Affrontare con consapevolezza queste situazioni non è solo un diritto, ma una necessità. La normativa tutela chi agisce correttamente, e ogni caso può avere una soluzione diversa. Rimanere in silenzio davanti a una trattenuta può avere effetti duraturi: per questo vale sempre la pena capire se opporsi è possibile e legittimo.