C’è un rimborso per chi è stato tradito? La sentenza n. 634 della Corte d’Appello di Ancora stabilisce principio portante.
Quando si parla di tradimenti c’è sempre molta tensione, ma a quanto pare la sentenza n. 634 dello scorso 2 maggio, ha dato vita a un’innovazione giurisprudenziale non di poco conto nella gestione delle cause in questione. Si tratta della possibilità di rimborso, ma è attuabile tutte le volte che c’è un tradimento in atto?

La sentenza della Corte di Appello di Ancona, la n. 634 del 2 maggio 2025, stabilisce un principio fondamentale nella gestione della questione. Infatti, il genitore che ha sostenuto da solo tutte le spese finalizzate al mantenimento del figlio, ha diritto pieno a un rimborso pro-quota da parte dell’altro genitore, anche senza una precedente decisione del giudice che fissi un assegno.
A tal proposito bisogna indagare nel dettaglio la sentenza, poiché viene fuori il vero obbligo legale. La pronuncia conferma a pieno regime che il mantenimento dei figli è un dovere legale per tutti e due i genitori, al di là della presenza di un provvedimento giudiziario.
Ma come si stabilisce l’ammontare del rimborso?
Natura e calcolo del rimborso per chi è stato tradito, cosa sapere
In seguito all’analisi dell’evoluzione giurisprudenziale della Corte di Appelli di Ancona, bisogna affrontare nel concreto come questa si applica, e quali sono le conseguenze del caso.

Non sembra facile calcolare il rimborso, ma è nell’applicazione dell’innovazione che si comprende come si esaurisce la quantificazione. Infatti, il giudice non si base su un assegno futuro, non ne ha gli elementi. Questi ricostruisce il quale economico a partire dagli eventi passati.
A raccolta si stimano tutte le spese ordinarie fatte per conto del figlio e per il tempo che il genitore ha trascorso con lui e rispettato i suoi bisogni. Per esempio si conteggiano quelle del cibo, dei vestiti, scuola e tutto ciò che lo riguarda.
Ma che natura ha questo rimborso? Si tratta di una impostazione “indennitaria”, cioè serve a indennizzare il genitore che ha pagato per entrambi. Non è un premio, ma una conseguenza diretta del dovere di mantenimento che l’altro genitore non ha adempiuto. La ratio dell’intervento è abbastanza chiara, ma bisogna sottolinearne l’importanza.
La sentenza della Corte di Appello di Ancora ha un forte impatto nel concreto. Perché tutela il genitore più responsabile, richiamando ai suoi doveri, quello inadempiente. Ma anche si premia la responsabilità ripristinata, quindi si incentivano i comportamenti positivi, e si assicura che il benessere del minore non dipenda dalla generosità di solo un genitore.