Ci sono nuove regole sulla successione, parla la sentenza n. 18252/2025 della Cassazione.
La sentenza n. 18252/2025 della Cassazione tratta le nuove regole sulla successione. Si stabilisce un principio fondamentale in materia, quello in cui nel caso di trasmissione del diritto di accettare l’eredità, il chiamato è obbligato al pagamento dell’imposta di successione. Sia per quanto concerne l’eredità trasmittente che per l’eredità trasmessa.

La successione è un tema molto delicato a livello giurisprudenziale. Essa consta nel trasferimento di diritti e doveri dal defunto all’erede o al legatario, ed è contraddistinta da una gestione abbastanza precisa. Il punto è che l’ultimo aggiornamento ha modificato le cose per come delineate finora. Infatti si parla di “trasmissione del diritto di accettare l’eredità”.
Ma cos’è la trasmissione del diritto di accettare l’eredità? È attorno questo elemento che si disquisisce, poiché la trasmissione del diritto di accettare l’eredità si concretizza quando il chiamato all’eredità, nominato trasmittente, viene a mancare. Si parla di quando questi muore, e passando a miglior vita non aveva ancora accettato o rinunciato alla stessa eredità.
Succede che nel caso presentato, il diritto di accettare l’eredità si trasferisce ai suoi eredi che assumono il nome di “trasmissari”, i quali possono a loro volta rinunciare oppure accettare. Al contempo, si parla di nuove implicazioni fiscali.
Nuove implicazioni fiscali con le nuove regole sulla successione
Entrano in gioco il chiamato, cioè il trasmissario, che accetta l’eredità ed è tenuto a pagare l’imposta di successione. Questo sia sull’eredità trasmittente, cioè quella del soggetto che aveva il diritto di accettare, ma è deceduto senza esercitarlo. E anche quello sull’eredità trasmessa, quella originaria, che il trasmittente avrebbe potuto accettare.

Quindi, in virtù della nuove implicazioni fiscali è stato affermato il principio della Cassazione che riforma anche tenendo conto di precedenti decisioni di merito, le quali avevano escluso la doppia imposizione. Una rivoluzione giurisprudenziale, si conferma che c’è una grossa rilevanza nella sentenza in questione. Poiché chiarisce che la chiamata all’eredità, ma non l’accettazione, costituisce il presupposto per l’imposizione tributaria in materia di successioni,
Davanti il diritto di accettare, il trasmissario si trova nella condizioni di dover adempiere agli obblighi fiscali legati sia alla posizione del trasmittente, che a quella dell’originario, il de cuius.
In sostanza, se si è chiamati all’eredità per trasmissione del diritto di accettare, bisognerà presentare la dichiarazione di successione, e di contro pagare l’imposta sia per l’eredità del trasmittente, sia per quella trasmessa.
Un orientamento che rafforza la posizione dell’amministrazione finanziaria e impone una certa attenzione nella gestione delle pratiche successorie davanti la trasmissione del diritto di accettare l’eredità.