Cosa spinge i grandi nomi della finanza a credere ancora nel cuore pulsante di Piazza Affari? In un momento in cui tanti settori soffrono l’incertezza economica, ce n’è uno che si distingue per risultati, solidità e attenzione da parte degli analisti.
Le sorprese non mancano e gli ultimi dati parlano chiaro: qualcosa si muove, e non è un caso. Quando i giganti della finanza si ricompattano su un comparto, c’è sempre un motivo.

I numeri possono affascinare o spaventare, ma nel mondo della finanza sono spesso l’unica bussola. Ed è proprio seguendo questi numeri che le banche di affari internazionali stanno tornando a guardare con interesse al settore bancario italiano. In mezzo a un panorama globale in trasformazione, Piazza Affari sta offrendo qualcosa che altrove comincia a mancare: resilienza e margini convincenti. Da aprile 2025, gli aggiornamenti degli analisti hanno registrato un cambio di tono evidente.
Il primo trimestre 2025 ha visto UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM, BPER Banca e Monte dei Paschi generare un utile netto aggregato di 6,8 miliardi di euro, segnando una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Una performance che ha stupito positivamente il mercato, soprattutto per via della tenuta del credito e della forza delle commissioni, che hanno bilanciato il calo del margine d’interesse. I segnali sono chiari: non si tratta di un rimbalzo momentaneo, ma di un trend ben costruito.
Piazza Affari sorprende, mentre Wall Street rivede al ribasso
Nel confronto con Wall Street, l’andamento delle banche italiane appare ancora più interessante. Negli Stati Uniti, le aspettative sulle grandi banche come JPMorgan, Citigroup e Bank of America sono in fase di revisione. I margini sui prestiti iniziano a soffrire, i tassi elevati cominciano a pesare sui costi di finanziamento e la volatilità sui mercati non gioca a favore delle attività di trading. Non è un caso se, proprio da aprile 2025, alcuni report americani hanno ridimensionato le previsioni per il comparto bancario statunitense.

Al contrario, in Italia le banche d’affari stanno aggiornando al rialzo i loro target. Morgan Stanley ha portato il prezzo obiettivo di Intesa Sanpaolo a 6,20 euro, mantenendo la raccomandazione “Overweight”, mentre su UniCredit ha fissato un target di 62 euro, con giudizio “Equalweight”. In parallelo, si contano più di 22 giudizi “Buy” su Intesa e circa 16 su UniCredit. BPER ha raccolto circa il 90% di raccomandazioni positive.
In sostanza, mentre Wall Street sembra rallentare le sue aspettative sul comparto bancario, Milano fa segnare un passo deciso in avanti. E questo anche grazie alla spinta delle operazioni di fusione e acquisizione, che secondo DBRS e Morningstar continueranno a rafforzare l’intero settore, rendendolo più competitivo a livello europeo. La differenza sta anche nella percezione: le banche italiane oggi appaiono più snelle, più focalizzate sul territorio, e meno esposte alla volatilità internazionale.
Un’occasione che le banche globali stanno iniziando a prendere sul serio
Il rinnovato interesse delle banche d’affari internazionali verso il sistema bancario italiano non è dettato solo dai numeri, ma anche dalla narrativa che si sta costruendo attorno a queste realtà. Dopo anni in cui il settore era considerato un peso per il listino, oggi viene visto come una possibile leva di crescita. Il che è notevole, considerando le incertezze politiche ed economiche che spesso gravano sull’Italia.
Il confronto con le banche americane mostra con chiarezza un cambiamento di rotta. A fronte di aspettative più caute oltreoceano, il settore bancario a Piazza Affari è tra i pochi a offrire segnali convincenti e stabilità. Le fusioni, la crescita del credito e la capacità di adattarsi a contesti mutevoli stanno facendo la differenza. E forse è proprio questo che gli investitori più attenti stanno iniziando a cogliere.