Mio figlio bocciato ingiustamente: cosa ho scoperto leggendo questa sentenza

Una bocciatura ha fatto saltare i banchi, e stavolta non solo quelli scolastici. Quando il TAR interviene per annullare una decisione presa in aula, qualcosa non torna. Ma cosa succede se dietro un “non ammesso” si nasconde ben altro? Tra regole disattese, talenti non riconosciuti e verbali scritti in fretta, il caso ha acceso i riflettori su un problema più grande. Chi decide davvero il destino degli studenti? E perché la scuola, a volte, dimentica di guardare oltre i voti?

Quel verbale sembrava uno dei tanti: poche righe, un linguaggio impersonale, nessuna traccia di empatia. Eppure, dietro quella decisione c’era la storia di uno studente che non ha solo lottato con i voti, ma con l’incomprensione.

Persona che legge gli scrutini ed ha subito una bocciatura
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Quando i genitori si sono rivolti al TAR Veneto, forse non si aspettavano un simile riscontro. Ma qualcosa non tornava: nessuna spiegazione chiara, solo frasi generiche. E la sentenza del giudice ha ribaltato tutto, riaccendendo un dibattito scomodo. La scuola può davvero fermarsi alla burocrazia?

Quando la scuola sbaglia il compito: il TAR corregge la bocciatura

Il TAR Veneto consentenza n. 219 del 13 febbraio 2025  ha detto stop a una bocciatura non motivata. La scuola aveva deciso di non ammettere uno studente alla classe successiva, ma senza spiegare davvero perché. Il verbale? Pieno di formule di rito, ma povero di contenuto. Il tribunale ha chiarito che una decisione del genere, così importante, non può essere presa con superficialità. Serve una motivazione dettagliata, capace di spiegare le ragioni specifiche del provvedimento.

Martello giudice, bilancia giustizia e giudice che legge una sentenza
Quando la scuola sbaglia il compito: il TAR corregge la bocciatura-trading.it

La sentenza ha ricordato quanto stabilito dalla Legge 241/1990: ogni atto della pubblica amministrazione deve essere trasparente, motivato, comprensibile. E questo vale ancora di più quando in gioco c’è il percorso formativo di una persona. Il giudice ha sottolineato che il consiglio di classe non aveva tenuto conto delle reali possibilità di recupero dello studente, né delle sue caratteristiche personali. Il provvedimento, così com’era, è stato considerato illegittimo.

Questo episodio mostra quanto la scuola, a volte, rischi di dimenticare il lato umano dell’educazione. Quando una bocciatura non tiene conto delle difficoltà individuali o delle condizioni particolari, come nel caso di studenti con bisogni educativi speciali, si rischia di commettere un’ingiustizia profonda. Ed è proprio qui che entra in gioco il concetto di motivazione “rafforzata”: serve spiegare bene, con esempi concreti, perché si è arrivati a quella decisione.

Talenti fuori schema: la plusdotazione che la scuola non sa gestire

Nel caso esaminato dal TAR, si parlava anche di plusdotazione cognitiva, un tema spesso trascurato. Gli studenti con queste caratteristiche non sono sempre facili da riconoscere: possono sembrare distratti, annoiati, poco coinvolti. Ma in realtà hanno potenzialità enormi che, se non comprese, possono trasformarsi in ostacoli. In un sistema scolastico poco flessibile, la plusdotazione rischia di passare per svogliatezza o ribellione.

Quando la scuola non riconosce questo bisogno educativo speciale, può arrivare a decisioni drastiche e sbagliate. Serve un approccio diverso, più attento e personalizzato. Non bastano le lezioni standard: chi ha una mente che corre veloce ha bisogno di essere seguito con strumenti adeguati, sfide stimolanti e un ambiente che sappia valorizzarlo.

La bocciatura di uno studente plusdotato, se priva di motivazioni reali e specifiche, diventa il simbolo di un sistema che non ascolta. Il caso portato davanti al TAR Veneto apre gli occhi su una realtà ancora troppo diffusa: la scuola che giudica senza comprendere, che valuta senza adattarsi.

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