Mio padre vuole investire centomila euro con rendimento certo e sicuro al 4%: continua a girare banche e poste inutilmente, ecco il perchè

Un uomo determinato, con una cartellina in mano e una valigia immaginaria piena di soldi sotto il braccio, entra e riesce da banche e uffici postali. Chiede solo una cosa: un investimento da centomila euro con rendimento certo e sicuro al 4%. Ma ogni volta esce con la stessa risposta vaga, tra tassi lordi, scadenze lontane e promesse che non convincono. Alla fine resta la domanda: perché, nel 2025, è così difficile ottenere davvero quel 4% netto tanto desiderato?

Mio padre ha un’idea semplice e precisa: far fruttare i suoi  centomila euro senza rischi, con un rendimento certo e sicuro al 4%. Nulla di ambizioso, solo una forma di investimento stabile e tranquilla. Così, con quella cartellina sempre sotto braccio, gira sportelli bancari e uffici postali cercando di capire dove mettere i soldi. Ogni volta sembra sul punto di firmare, poi arriva il dettaglio che cambia tutto: “Attenzione, è il rendimento lordo”. E lì crolla ogni entusiasmo.

valigia tenuta in mano
Mio padre vuole investire centomila euro con rendimento certo e sicuro al 4%: continua a girare banche e poste inutilmente, ecco il perchè-trading.it

Tanti parlano di  BTP come la risposta ideale. Si leggono cifre come 4,1%, 4,3%, e sembrano perfette. Ma nessuno dice subito che dopo le tasse, quei numeri si ridimensionano. E che spesso si acquistano sopra la pari, cioè pagando più del valore nominale. Risultato: il tanto sbandierato 4% si trasforma in un 3,6%, quando va bene.

I rendimenti dei BTP non sono quelli che sembrano

Prendiamo un caso concreto: il BTP FX 4,3% con scadenza 2054. Cedola interessante, lunga durata, ma rendimento netto che scende a circa il  3,93%, secondo le stime ufficiali. Non basta. Il  BTP Green FX 4,1% aprile 2046 si ferma a 3,66% netto. Chi propone questi titoli sottolinea la solidità dell’emittente, ma evita spesso di evidenziare che il guadagno effettivo, una volta tolta l’imposta del 12,5%, non tocca mai il fatidico 4%.

Il problema non è solo fiscale. È anche temporale. Alcuni titoli arrivano a scadenze lontane, venti o trent’anni da oggi. Chi ha bisogno di flussi certi nel breve o medio termine resta spiazzato. Mio padre, ad esempio, vorrebbe usare parte di quegli interessi tra cinque o sei anni, non nel 2054. Ma un BTP simile lo vincolerebbe per troppo tempo, senza nemmeno la certezza di un rendimento netto all’altezza delle aspettative.

Perché è così difficile ottenere il 4% netto senza rischi

Negli ultimi mesi, molte banche e anche Poste Italiane propongono prodotti con tassi nominali interessanti, ma il rendimento certo e sicuro al 4% netto resta un miraggio. Il motivo principale è che il mercato dei titoli di Stato, pur offrendo più del passato, si scontra con la realtà fiscale. La tassazione sul risparmio, anche se più leggera rispetto ad altri strumenti,  continua a tagliare i guadagni.

E non è tutto. In un contesto  dove il costo della vita erode il potere d’acquisto, anche un 3,5% netto rischia di non bastare. Mio padre ha provato a considerare conti deposito vincolati, ma nessuno supera il 3% lordo. I consulenti provano allora a proporre fondi, polizze, strumenti misti. Ma nessuno di questi offre la stessa  garanzia sul capitale di un BTP, e i rischi iniziano a diventare evidenti.

Alla fine resta la frustrazione. Perché il 4% netto è oggi una soglia difficile da raggiungere senza correre rischi o accettare vincoli lunghissimi. E mentre mio padre continua a bussare a sportelli nella speranza di trovare ciò che cerca, emerge una verità semplice ma scomoda: non esistono oggi soluzioni sicure e garantite che offrano davvero il 4% netto. E forse è arrivato il momento di accettarlo, o rivedere le aspettative.

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