Un errore nella dichiarazione dei redditi o nel pagamento con modello F24 può capitare a chiunque. Nessuno è immune da distrazioni, cifre invertite o documenti dimenticati.
Fortunatamente esistono strumenti per rimediare, come il 730 integrativo o il ravvedimento operoso, che consentono di correggere il tiro in modo regolare e spesso con sanzioni molto ridotte.
Basta sapere come muoversi.
Chi pensa che una dichiarazione errata sia irreversibile, spesso sbaglia più per ignoranza che per negligenza. Correggere errori nel 730 o in un F24 è possibile, e nella maggior parte dei casi anche conveniente.
In molti scoprono solo dopo l’invio della dichiarazione o del pagamento di aver commesso un errore. Può trattarsi di una spesa non indicata, di un codice tributo errato o di un reddito dimenticato. Eppure, la legge fiscale italiana prevede delle strade chiare per sistemare queste situazioni. La chiave è agire tempestivamente, senza aspettare che arrivi una sanzione o un avviso. Esistono due percorsi distinti: uno per chi si accorge di un errore che gli è sfavorevole e uno per chi scopre di aver pagato più del dovuto o di avere diritto a un rimborso maggiore. Ecco come funzionano.
Non tutti gli errori nel modello 730 sono uguali. Se la correzione porta a un vantaggio, come una maggiore detrazione o un rimborso più alto, è possibile usare il 730 integrativo. Questo modello può essere trasmesso entro il 25 ottobre tramite un CAF o un intermediario abilitato. È il caso, ad esempio, di chi dimentica di inserire una spesa sanitaria rilevante e vuole recuperare quel beneficio.
Quando invece si è commesso un errore a proprio favore, la situazione si complica. Non si può più usare il 730 integrativo. In caso di redditi omessi o detrazioni indebite che comportano un minor debito d’imposta o un rimborso non spettante, la soluzione passa dal modello Redditi Persone Fisiche. Questo deve essere presentato entro il 31 ottobre, come “correttiva nei termini”, oppure come dichiarazione integrativa se oltre i tempi.
Insieme alla nuova dichiarazione, va versata anche la differenza d’imposta, comprensiva di interessi e sanzione ridotta. Proprio qui entra in gioco il ravvedimento operoso, che consente di pagare meno sanzioni quanto prima si interviene. Ad esempio, entro 90 giorni dalla scadenza, si può pagare solo il 2,78% al posto del 30% standard.
Capita spesso che il problema non sia nella dichiarazione, ma nel pagamento. Un errore nel modello F24 può riguardare l’importo versato, il codice tributo o l’anno di riferimento. Se l’importo è stato maggiore del dovuto, la via più semplice è indicare il credito nel 730, se non ancora inviato. Così l’eccedenza si trasforma in un credito fiscale da recuperare.
Se, invece, l’importo è insufficiente, anche qui il ravvedimento operoso è la chiave per rimediare senza incorrere in sanzioni pesanti. Basta integrare il pagamento con gli interessi legali e una sanzione ridotta, che cresce col passare del tempo ma resta sempre più bassa rispetto a un accertamento ufficiale.
In caso di codice tributo errato, si può inviare una richiesta scritta all’Agenzia delle Entrate, allegando la ricevuta dell’F24. L’importante è non ignorare l’errore: in molti casi, un semplice versamento fatto nel modo sbagliato può essere corretto senza costi aggiuntivi, se si interviene subito.
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