Un piccolo taglio che fa un grande rumore. Il 5 giugno 2025, la Banca Centrale Europea ha preso una decisione che sta già lasciando il segno nel portafoglio di molte famiglie. Con un taglio di 25 punti base, il tasso sui depositi è sceso al 2,00%, influenzando direttamente l’accesso al credito.
Un gesto tecnico, certo, ma le conseguenze sono molto concrete: i mutui, sia a tasso fisso che variabile, iniziano a costare un po’ meno. E quando anche pochi euro fanno la differenza ogni mese, ogni dettaglio conta davvero.

Non serve essere esperti di finanza per accorgersi che qualcosa sta cambiando. I portali che confrontano le offerte sui mutui lo mostrano chiaramente: le condizioni migliorano, le banche si muovono, le simulazioni sorridono un po’ di più. Dietro queste cifre c’è una decisione presa lontano, ma gli effetti si sentono vicini. E chi oggi sta pensando all’acquisto di una casa o alla surroga del proprio prestito sente che l’aria è più favorevole. In un panorama in continua evoluzione, ogni piccolo segnale può diventare un’opportunità concreta.
Mutui a tasso variabile: il ritorno della convenienza
Il taglio della BCE ha avuto un impatto immediato sul mercato dei mutui a tasso variabile. L’Euribor, che rappresenta il riferimento principale per questa tipologia di prestiti, si è assestato attorno al 2,00%, rendendo le condizioni molto più favorevoli rispetto ai mesi precedenti. Gli spread applicati dalle banche restano contenuti, tra lo 0,40% e lo 0,60%, e questo porta il TAN medio al 2,46%.

Tradotto in cifre, per un mutuo di 100.000 euro con durata ventennale, la rata si aggira oggi sui 529 euro mensili. Si tratta di un livello decisamente più gestibile, soprattutto per chi preferisce iniziare con una spesa più contenuta. Il variabile torna a essere competitivo, a patto di accettare una certa dose di incertezza. La flessibilità è il suo punto forte, ma richiede anche un po’ di attenzione: chi sceglie questa opzione deve essere pronto ad adattarsi, nel caso in cui i tassi dovessero risalire in futuro.
Tasso fisso: stabilità accessibile
Anche sul fronte dei mutui a tasso fisso, si registrano segnali positivi. Alcune banche hanno già adeguato le proprie offerte, con TAN che variano tra il 2,48% e il 2,96%, mantenendo il TAEG sotto il 3,00%. Il risultato è una rata compresa tra i 543 e i 545 euro per un mutuo ventennale da 100.000 euro: leggermente più alta rispetto al variabile, ma con una certezza che molti considerano impagabile.
Il fisso rappresenta la scelta ideale per chi cerca tranquillità nel lungo periodo. In un contesto dove l’equilibrio sembra tornare, la possibilità di bloccare oggi un tasso contenuto è vista come un’occasione rara. Non si tratta solo di numeri, ma di una sensazione concreta: quella di poter pianificare con maggiore serenità, senza timore di sorprese future. Ecco perché, anche con il taglio della Banca Centrale Europea, il mutuo a tasso fisso continua a essere una delle opzioni più apprezzate.