Può un mutuo concesso “troppo facilmente” diventare nullo? Quando il prestito sembra un favore, ma diventa un fardello, nasce il dubbio: chi ha davvero sbagliato? La banca, che ha approvato senza troppi controlli? O chi ha firmato senza pensarci troppo? Una domanda che fa riflettere, ma la risposta, in ambito legale, sorprende più di quanto si immagini.
Immagina una persona che, con entusiasmo e forse un po’ di incoscienza, firma per un mutuo importante. Magari la casa dei sogni, finalmente alla portata. Col tempo, però, le rate iniziano a pesare, il lavoro traballa, le spese aumentano. Allora nasce una domanda spontanea: era davvero giusto concedere quel finanziamento? Se la banca sapeva che la situazione economica era fragile, non avrebbe dovuto dire di no?

La sensazione di aver ricevuto un credito troppo generoso è più comune di quanto si pensi. E in molti casi porta a chiedersi se un mutuo eccessivo sia nullo, o comunque impugnabile in tribunale. Ma il diritto italiano, su questo punto, è molto chiaro. E la risposta, anche se spiazzante, è no.
Quando il mutuo è troppo alto, ma resta valido
Secondo la giurisprudenza, un mutuo non è nullo solo perché la banca ha concesso una somma che, a posteriori, risulta troppo elevata. Anche se il cliente era già indebitato o in difficoltà. Il sistema legale si fonda su un principio preciso: l’auto-responsabilità del mutuatario.

Firmare un contratto implica valutare consapevolmente la propria situazione economica. Se si sceglie di indebitarsi, si accettano anche i rischi legati a quella decisione. Anche quando si commette un errore di valutazione. Non si può, dunque, sostenere che il contratto sia nullo solo perché la banca non ha fatto abbastanza per fermare il richiedente.
Ovviamente, gli istituti di credito hanno obblighi di prudenza e devono verificare il merito creditizio del cliente. Ma queste norme, chiarisce anche la Cassazione (sent. n. 33719/2022), servono a tutelare la solidità delle banche e del sistema finanziario, non a garantire la validità dei singoli contratti. In pratica: anche se la banca ha concesso il mutuo con leggerezza, il contratto resta valido.
La banca è imprudente? Ma non basta per annullare il contratto
Il concetto di “credito abusivo” esiste: si parla di prestiti concessi in modo irresponsabile, a clienti già sull’orlo del tracollo. Ma anche in questi casi, la giurisprudenza tende a escludere la nullità del mutuo. Se il richiedente ha firmato, ricevuto il denaro e lo ha utilizzato, non può poi invocare l’imprudenza dell’altro per liberarsi dal debito.
Diverso è il discorso della responsabilità civile: una banca potrebbe essere ritenuta responsabile per danni, ma verso terzi, come altri creditori, e non verso lo stesso mutuatario. Anche in casi particolari, come il mutuo solutorio usato per estinguere debiti pregressi, la validità del contratto resta intatta.
Chi si trova in difficoltà, quindi, farebbe meglio a valutare altri aspetti: ad esempio l’eventuale presenza di tassi usurari, clausole poco chiare o mancanza di trasparenza. Puntare tutto sull’imprudenza della banca, invece, raramente porta a un risultato favorevole.