Mutuo: se il garante muore, rischio di dover restituire tutti i soldi? Facciamo chiarezza

La perdita di un garante non annulla un impegno economico. Il contratto di fideiussione continua a produrre i suoi effetti anche dopo il decesso. Gli eredi subentrano a obblighi e diritti, ma esistono strumenti legali per proteggere il proprio patrimonio. Comprendere le implicazioni di questo passaggio può cambiare le scelte sulla gestione dell’eredità.

La morte di un garante non spegne il vincolo che lo legava alla banca. Il contratto di fideiussione rimane valido finché il debito principale non è saldato. Questo significa che il decesso non libera il debitore dalle rate né fa venir meno la garanzia offerta: la banca mantiene il diritto di agire per il recupero delle somme.

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Gli eredi del garante subentrano nella sua posizione giuridica, assumendo diritti e doveri proporzionati alla quota ereditata, salvo diversa pattuizione nel contratto. Questo passaggio può avere conseguenze rilevanti sul patrimonio personale e richiede scelte consapevoli.

Un simile scenario apre interrogativi importanti. Da un lato, l’istituto di credito conserva la possibilità di rivolgersi ai successori del garante; dall’altro, i chiamati all’eredità devono valutare attentamente se accettare, rinunciare o scegliere la via del beneficio d’inventario. La successione diventa così un momento di decisioni delicate, che toccano sia la sfera patrimoniale sia quella personale.

La trasmissione dell’obbligazione fideiussoria agli eredi

Alla morte del garante, l’obbligazione si trasferisce agli eredi, che entrano nella stessa posizione contrattuale. Se l’eredità è accettata senza limitazioni, gli eredi rispondono dei debiti, anche per le rate future. Quando il contratto di fideiussione contiene una clausola di solidarietà, la banca può richiedere l’intero importo a uno solo degli eredi, anche se la sua quota ereditaria è minima. Se invece non è prevista, ciascuno risponde solo per la propria quota.

Gli eredi hanno strumenti di difesa. La rinuncia all’eredità li libera da ogni obbligo, mentre l’accettazione con beneficio d’inventario limita la responsabilità al valore dei beni ricevuti. Questa forma di accettazione consente di conoscere il rapporto tra attivo e passivo dell’eredità, evitando di dover pagare debiti superiori ai beni acquisiti. Questi strumenti, disciplinati dal codice civile, diventano fondamentali per proteggere il patrimonio personale e affrontare con lucidità il peso delle obbligazioni ereditarie.

Strumenti di tutela e conseguenze per il debitore principale

Per chi ha contratto il mutuo, la morte del garante non cambia le condizioni originarie. Il mutuatario non è obbligato a fornire nuove garanzie o a sostituire il garante, a meno che non scelga di farlo per convenienza. La banca non può imporre modifiche unilaterali, anche se può valutare una sostituzione del garante o una surrogazione del mutuo, previo accordo tra le parti.
Per gli eredi, invece, la scelta di accettare, rinunciare o accettare con beneficio d’inventario segna la differenza tra un obbligo gestibile e un rischio patrimoniale. Questo momento diventa quindi decisivo per comprendere l’effettiva entità dell’impegno e proteggere i propri beni da richieste eccedenti. Il peso di un vincolo fideiussorio, così, non si esaurisce con la vita di chi lo ha sottoscritto. Rimane un legame che attraversa generazioni e richiede consapevolezza per non trasformarsi in un fardello inatteso. Questo non è un aspetto da sottovalutare quando si decide di fare da garanti.

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