I disoccupati hanno diritto alla NASpI, ma il beneficio non è per sempre e non è uguale per tutti. Come fare per riceverlo in misura piena?
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’indennità che viene versata mensilmente dall’INPS ai lavoratori che hanno perso in maniera involontaria il lavoro. Hanno diritto all’indennità di disoccupazione i lavoratori subordinati, tra cui gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative, il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato e i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni.

La durata totale della prestazione ammonta alla metà delle settimane di contributi accreditate negli ultimi quattro anni, entro un massimo di 24 mesi. L’ammontare della NASpI, però, non è sempre uguale per tutta la sua durata, ma si riduce del 3% per ciascun mese di erogazione, a seconda dell’età del titolare e sulla base di un sistema che prende il nome di “décalage“. Non tutti, però, sanno che esiste un abile trucchetto per aumentare l’importo dell’indennità.
Riduzione della NASpI del 3%: come evitarla?
La somma a cui si ha diritto per la NASpI è pari al 75% dello stipendio medio mensile ricevuto dal disoccupato negli ultimi 4 anni di lavoro, entro la soglia massima di 1.562,82 euro (tale importo viene aggiornato ogni anno). L’indennità, tuttavia, si riduce progressivamente ogni mese del 3%, a partire dal primo giorno del sesto mese di erogazione. Se il titolare ha compiuto 55 anni, il taglio parte dal primo giorno dell’ottavo mese di fruizione.

Ci sono, tuttavia, due soluzioni per evitare la riduzione dell’indennità di disoccupazione: percepire la prestazione per un periodo più breve oppure chiedere il pagamento in un’unica soluzione. La liquidazione anticipata della NASpI in un’unica soluzione è possibile nelle seguenti ipotesi:
- per avviare un’attività lavorativadi tipo autonomo;
- per avviare un’impresa individuale;
- per sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa, in cui vige un rapporto mutualistico di attività lavorativa da parte del socio;
- per sviluppare a tempo pieno e in maniera autonoma un’attività intrapresa nel tempo di vigenza del rapporto di lavoro dipendente che, dopo essere terminato, ha consentito l’accesso alla NASpI.
Ricordiamo, infine, che la Legge di Bilancio 2025 ha previsto un ulteriore requisito per richiedere la NASpI: i lavoratori che si sono dimessi volontariamente oppure che hanno chiesto la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi antecedenti devono necessariamente possedere almeno 13 settimane di contributi nel nuovo impiego. In caso contrario, non potranno accedere alla NASpI. La novità è diretta a evitare appropriazioni indebite dell’indennità di disoccupazione.