Analisi del caso della nomina dell’amministratore nulla, ecco come il Tribunale ha giudicato l’episodio.
In condominio non è facile gestire tutto, anche il caso della nomina dell’amministratore che poi è divenuta nulla, qual è stato il movente della decisione? Se questi guadagna troppo, la conseguenza può essere solo questa.

A dare una spiegazione più approfondita alla questione, è la sentenza n. 4949 dello scorso 17 giugno del Tribunale di Milano. Questa ha deciso che si definisce come nulla la delibera condominiale con cui l’assemblea ha approvato la nomina di un amministratore. Tale operazione sarebbe avvenuta con un compenso molto più elevato di quello percepito in tempi precedenti.
Si è parlato di una decisione illogica, per cui l’assemblea avrebbe peccato di eccesso di potere. Così si concretizza la contestazione del soggetto che ha riportato la questione al Tribunale di Milano, in quanto accaduta nel Condominio dove vive. Sostiene che si debba procedere con la nullità o annullabilità della deliberazione condominiale, perché arbitraria.
Lo stesso quindi ritiene sia corretto avere la revoca dell’amministratore perché guadagna troppo, e anche il rimborso delle spese di mediazione e quelle legali.
Come la nomina dell’amministratore diventa nulla, il ragionamento del Tribunale
Come ha deliberato poi il Tribunale? Capire come la nomina dell’amministratore diventi nulla è un aspetto importante, poiché permette di capire come i singoli condomini possano fare valere i loro diritti.

Secondo la parte contestatrice è abbastanza chiaro quanto accaduto. Si direbbe un compenso spropositato quello di 2500,00 euro all’anno, rispetto all’uscente amministratore che invece riceveva 600 euro annui. Il tutto, tenendo conto delle speso ordinarie di condominio che ammontano a circa 12 mila euro.
Il ragionamento del Tribunale considera degli elementi semplici per definire la vicenda. Si constata che il sindacato dell’autorità giudiziaria sulle delibere dell’assemblea, non può andare oltre. Appunto, si fa riferimento al porre una valutazione del merito e al controllo della discrezionalità delle riunione, ma il Giudice deve considerare la legittimità di quanto concretizzatosi.
La legittimità incontra l’eccesso di potere, e l’impugnativa per tale vizio, porta il giudice a verificare se la volontà si sia costituita per finalità estranee al condominio, deviando così l’interesse principale, che cade su quest’ultimo.
Già la Cassazione lo aveva detto. Se per i condomini il compenso all’amministratore è sproporzionato, il Giudice deve valutare in base agli elementi di prova che ha, se i parametri che hanno posto la misura del compenso, siano per avvantaggiare tutti i condomini, o solo l’amministratore.
Nel caso contestato, dagli elementi di prova emersi, è evidente che l’aumento sia a vantaggio dell’amministratore, configurandosi l’eccesso di potere dell’assemblea. Da qui, la delibera è stata definita nulla.