Non devo dare più nulla al Fisco perché non ha dimostrato che ero irreperibile: salvezza con la nuova norma

Cosa significa “irreperibile”, ecco perché non si deve dare nulla al Fisco, indicazioni pratiche.

È merito della Corte di Cassazione se si è riaffermato il principio del rapporto tra contribuente e amministrazione finanziaria. L’ordinanza n. 14990 del 4 giugno 2025, stabilisce che le notifiche di atti impositivi volti ai contribuenti “irreperibili”, si definiscono nulle se non hanno anche una dimostrazione concreta e precisa delle ricerche per reperire il destinatario. Cosa significa ciò? Arrivano rigidi controlli.

sfondo martelletto del giudice e monete euro con x rossa sopra
Non devo dare più nulla al Fisco perché non ha dimostrato che ero irreperibile: salvezza con la nuova norma- Trading.it

Saranno i notificatori dell’ADE a porli in essere, tutelando il diritto alla difesa dei contribuenti. Veder notificato un atto del genere, è importante nei rapporti tra Fisco e contribuente, poiché inizia il termine per poter “impugnare”, e quindi difendersi. Se il notificatore appone diciture generiche, ad esempio aggiungendo il termine “irreperibile” senza annettervi la documentazione delle attività svolte, come le verifiche di sopralluoghi ad esempio, non si può dire che l’atto sia poi valido formalmente.

Cosa dice in più l’ordinanza n. 14990/2025? Richiama l’art. 60 comma 1 lettera e) del DPR 600/1973, il quale disciplina la procedura di notificazione semplificata agli irreperibili. In questo modo si impone che il notificante certifichi le ricerche per confermare l’irreperibilità del contribuente al suo domicilio fiscale.

Analisi del caso, perché al Fisco non devo dare nulla dato che sono irreperibile

Da qui ne discende che qualora mancasse tale prova, la notifica è da considerarsi nulla e senza effetti si dal suo momento di avvio. Ma ecco perché non bisognare dare nulla al Fisco se si è irreperibile, spiegazione di un caso concreto.

mano che fa calcoli alla calcolatrice documenti e monete
Analisi del caso, perché al Fisco non devo dare nulla dato che sono irreperibile- Trading.it

Un episodio trattato dalla Cassazione ha come protagonista un contribuente destinatario di un avviso di accertamento legato all’IRPEF per il 2006. La Commissione Tributaria Provinciale aveva annullato tale atto per difetto di notifica. Di contro, quella Provinciale aveva ribaltato la decisione, ritenendo invece che fosse valida la notifica posta mediante deposito alla cassa del Comune del domicilio fiscale. Ciò in relazione alla procedura prevista per l’irreperibilità assoluta.

Suddetta valutazione aveva dichiarato l’inammissibilità del ricorso per ritardo. Il contribuente impugnava la decisione, sostenendo che l’ADE stessa non aveva rispettato gli obblighi di legge. La Cassazione accoglieva il ricorso definendo che la Commissione Tributaria Regionale aveva sbagliato nel ritenere valida la notifica, poiché mancava ogni evidenza concreta dell’effettiva ricerca del contribuente.

Quindi, la sentenza n.  14990/2025 modifica la modalità di notifica degli atti dell’ADE, rendendo i controlli più rigorosi, al fine di aiutare i cittadini nella difesa dei loro diritti. Non basta più apporre una firma per dire che si è irreperibili, ma bisogna annettervi una documentazione specifica che accerti le ricerche.

Una pronuncia che conferma la Cassazione come la garante della trasparenza e sicurezza, la quale ha anche ripreso altre pronunce del 2024 e 2025,  con l’intenzione di far cadere accezioni vaghe, e aumentare la correttezza e la buona gestione degli atti impositivi.

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