Due titoli di Stato italiani stanno attirando l’attenzione di tanti piccoli investitori, ma non per motivi scontati. Non si tratta di promesse irrealistiche o di rischi travestiti da opportunità: qui entra in gioco una logica diversa. C’è chi guarda ai numeri con diffidenza, chi con speranza. Ma quando si parla di strumenti semplici, trasparenti e garantiti, la curiosità diventa più che legittima. Perché in un periodo in cui i rendimenti cambiano rapidamente e l’inflazione mangia il potere d’acquisto, i BTP Valore sembrano offrire qualcosa di inaspettato. E per alcuni potrebbe essere proprio quello che mancava.
C’è chi si è avvicinato con scetticismo, convinto che i titoli di Stato italiani non abbiano più nulla da offrire. Ma non tutti sono uguali. Alcuni strumenti pubblici stanno tornando a incuriosire, nonostante il contesto ancora turbolento. Non si tratta solo di numeri, ma di come quei numeri si distribuiscono nel tempo.

Cedole regolari, tassi crescenti, premi extra. Non è un pacchetto promozionale, ma una formula concreta per chi guarda avanti con una strategia paziente. Non c’è bisogno di indovinare il momento giusto per entrare o uscire. Basta restare fermi, e attendere. Un’idea quasi rivoluzionaria, oggi.
Il BTP Valore di ottobre 2023: rendimento stabile e cedole crescenti che premiano chi sa aspettare
Tra i BTP Valore più discussi, quello emesso nell’ottobre 2023 ha fatto breccia nel cuore di chi cerca una rendita certa e pianificata. Ha una durata di cinque anni e paga cedole trimestrali piuttosto generose: per i primi tre anni il tasso è del 4,10% annuo, mentre per gli ultimi due sale al 4,50%. La struttura “step-up” premia la costanza, soprattutto se si arriva fino in fondo, grazie al premio fedeltà dello 0,5% lordo.

Ma c’è un aspetto che cambia la prospettiva: oggi il titolo si compra sul mercato secondario a circa 105,45, ovvero ben sopra la pari. Questo fa sì che il rendimento effettivo si abbassi, con una media annua lorda intorno al 2,58%, e un netto poco sopra il 2%. Nonostante ciò, per chi desidera flussi certi e costanti, il titolo resta una scelta da considerare. Non promette guadagni facili, ma stabilità e protezione, due valori tornati improvvisamente di moda.
Il BTP Valore di marzo 2024: sei anni di rendimento crescente e un bonus fedeltà ancora più interessante
Pochi mesi dopo, il Ministero ha proposto un secondo BTP Valore, con scadenza marzo 2030. Qui il tasso iniziale parte un po’ più basso: 3,25% per i primi tre anni, poi si sale al 4% negli ultimi tre. Anche in questo caso le cedole sono trimestrali, e il meccanismo step-up offre una crescita graduale. La differenza, però, è nel premio fedeltà, più alto rispetto al titolo precedente: 0,7% lordo per chi lo tiene fino a scadenza. Attualmente il titolo è quotato a circa 103,7, ancora sopra la pari, il che abbassa il rendimento effettivo rispetto alle cedole annunciate. Ma per chi è disposto a mantenere il titolo fino alla fine, il bilancio resta positivo. Questo titolo di Stato italiano si rivolge a chi non cerca scorciatoie, ma un rendimento solido, costante e senza sorprese. La fiducia viene premiata, letteralmente.