Si attende l’introduzione di una nuova tassa UE sul tabacco. Gli aumenti avranno un forte impatto per i fumatori.
La Commissione Europea ha deciso di alzare i prezzi sul tabacco, imponendo una nuova imposta in tutti i Paesi dell’Unione. Con la Direttiva sulle accise del tabacco (TED- Tobacco Excise Directive), è diretta a riformare il regime fiscale sui prodotti con nicotina, al fine di tutelare la salute pubblica.

A breve, dunque, potrebbero esserci rincari considerevoli sui prezzi al dettaglio. La manovra è stata promossa dal Commissario europeo Wopke Hoekstra e porterebbe a un nuovo sistema di accise su sigarette, tabacco trinciato, sigari, sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato. Secondo le prime indiscrezioni, in Italia gli aumenti sarebbero di circa 1 euro a pacchetto di sigarette, con conseguenze da non sottovalutare sulle finanze dei consumatori.
Nuova tassa sul tabacco UE: grosse perplessità dall’Italia per il rincaro dei prezzi
Con l’introduzione delle nuove accise sul tabacco, ci sarebbero aumenti del 139% per le sigarette, del 285% per il tabacco sfuso e addirittura del 1.090% per i sigari. Un modifica così importante non era mai stata disposta finora e sarebbe destinata a cambiare in maniera irreversibile il commercio di tali prodotti.

In Italia, i prezzi aumenterebbero di circa il 20% e si teme che più che una riduzione del numero di fumatori, possa esserci un maggior ricorso al mercato nero, come mostrato da alcuni studi internazionali, secondo quello che viene definito “effetto boomerang”. La misura è stata aspramente criticata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che ha evidenziato come il regime fiscale adottato nel nostro Paese sia già idoneo a garantire un corretto bilanciamento tra la tutela delle salute pubblica, il contrasto al contrabbando e la protezione delle entrate fiscali derivanti dal commercio di tabacco.
Se si guarda alle statistiche, il Ministro Giorgetti sembrerebbe aver ragione, visto che il Italia il mercato illecito delle sigarette ammonta a solo l’1,8% del totale e sarebbe decisamente ridotto rispetto alla media europea del 10%.
Nonostante l’intento della Commissione Europea di rendere più uniforme le accise sul tabacco nei vari Stati membri, per combattere la criminalità e promuovere l’importanza di uno stile di vita salute, la proposta di riforma sarebbe iniqua. Non prenderebbe, infatti, in considerazione le divergenze economiche, culturali e sociali tra i Paesi e non considererebbe che c’è già chi applica accise molto elevate su tabacco e derivati. Imporre delle imposte uguali per tutti avrebbe solo degli effetti deleteri sui mercati nazionali.
Al momento, non è stato ancora raggiunto alcun accordo per rendere effettiva la riforma e si spera che il dialogo tra Stati possa rendere le eventuali modifiche meno rigide, magari con l’inserimento di soglie minime a cui attenersi e margini di flessibilità. Solo grazie alla mediazione potrà essere garantita la salvaguardia della salute senza rinunciare alla stabilità dei rapporti fiscali.