In questi giorni, tantissimi contribuenti stanno ricevendo degli avvisi dall’Agenzia delle Entrate. Qual è il motivo e cosa si rischia?
Nell’ultimo periodo, è stata segnalata la ricezione di una serie di comunicazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate, che hanno preoccupato non poco i destinatari. Si tratta di lettere che rientrano nell’attività di controllo del Fisco e che, nella maggior parte dei casi, hanno ad oggetto errori formali, discordanze tra le dichiarazioni dei redditi e le informazioni contenute nelle banche dati e mancati pagamenti.

In questo caso, gli avvisi costituiscono le cd. lettere di compliance e sono stati inviati alle partite IVA. Tali comunicazioni rappresentano lo strumento di cui l’Amministrazione finanziaria si serve per riscontrare delle incongruenze nelle dichiarazioni fiscali. Lo scopo è incentivare il contribuente a rimediare autonomamente, evitando l’avvio di un procedimento formale. Ma cosa bisogna fare se è stata ricevuta la lettera?
Hai recentemente ricevuto una lettera dall’Agenzia delle Entrate? Niente panico, ecco come rimediare
L’Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova campagna di accertamenti, relativa alle Dichiarazioni dei Redditi dell’anno 2023, trasmesse nel 2024. I destinatari delle lettere di compliance sono coloro che hanno presentato certificazioni contenenti errori, incoerenze oppure omissioni rispetto ai dati già in possesso dall’Agenzia delle Entrate.

L’avviso è consultabile nell’Area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, alla sezione “Consultazioni – ISA/studi di settore – Comunicazioni anomalia” , a cui si accede con le credenziali digitali SPID, CIE e CNS. Le anomalie, invece, possono essere verificate solo nel “Cassetto Fiscale“.
Lo scopo delle lettere è sia quello di favorire la regolarizzazione delle posizione fiscale in maniera autonoma sia semplificare i rapporti tra il Fisco e i contribuenti, promuovendo l’importanza di effettuare dichiarazioni corrette e precise. I destinatari delle comunicazioni, tuttavia, potrebbero andare nel panico. Bisogna, ovviamente, rimanere calmi e non perdere la lucidità, ma controllare quali sono i dati ritenuti incongruenti, mettendoli a confronto con la documentazione inviata all’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui la contestazione sia lecita, il contribuente può avvalersi dello strumento del ravvedimento operoso e rimediare all’errore pagando solo delle sanzioni ridotte.
Per usufruire delle agevolazioni, è consigliabile conservare tutta la documentazione fiscale rilevante, ad esempio quella che attesta eventuali pagamenti effettuati. In caso di controlli del Fisco, infatti, la tracciabilità dei versamenti faciliterebbe il riscontro di anomalie ed errori. Per evitare problemi, tuttavia, è opportuno rivolgersi sempre a un professionista esperto, ad esempio un commercialista o un consulente fiscale, in grado di escogitare soluzioni mirate a seconda della singola situazione.