Cosa sta accadendo nel cuore della finanza italiana? Le banche sembrano solide, i dividendi sono generosi e gli analisti non lesinano valutazioni positive. Ma qualcosa si muove sotto la superficie. I tagli ai tassi della BCE cambiano le regole del gioco.
Alcune banche sembrano pronte, altre mostrano segnali di incertezza. La fiducia non basta: servono strategie chiare e solidità strutturale. Un settore che sembrava immune, oggi si trova davanti a una nuova sfida. Tra ottimismo e cautela, si apre una fase che richiede più attenzione che mai. Le raccomandazioni parlano, ma serve saperle leggere.

Nel 2025, il settore bancario italiano continua a occupare una posizione centrale in Piazza Affari. Le valutazioni delle banche d’affari sono, nella maggior parte dei casi, favorevoli. Utile, dividendi e movimenti strategici come fusioni e acquisizioni contribuiscono a mantenere alta la fiducia nel comparto. Tuttavia, l’atmosfera non è più completamente serena. L’intervento della Banca Centrale Europea con il recente taglio dei tassi ha introdotto un elemento di instabilità. Una scelta che impatta direttamente sui margini delle banche e sui modelli di profitto finora dominanti.
Candriam, uno degli asset manager più autorevoli, ha evidenziato che una riduzione dei tassi di 50 punti base può tagliare del 3% il margine d’interesse netto delle banche europee. Una percentuale che pesa, soprattutto in un momento in cui l’equilibrio è già sottile. Ma non tutto è negativo. Proprio Candriam segnala come il debito subordinato bancario resti un’opportunità concreta, grazie alla solidità patrimoniale degli istituti e a rendimenti ancora competitivi.
Analisti divisi: fiducia ai big, cautela per alcuni nomi storici
Le raccomandazioni degli analisti, riportate da piattaforme che aggregano valutazioni da fonti autorevoli, mostrano un quadro interessante. Alcune banche italiane raccolgono un consenso quasi unanime. Banca Mediolanum è promossa con il 92% di “Buy”, BPER Banca con il 90%, mentre Unipol si attesta all’86%, con target price in rialzo da parte di Equita SIM e Kepler Cheuvreux.

Intesa Sanpaolo mantiene salda la fiducia degli analisti con 21 “Buy” e solo un giudizio negativo, mentre UniCredit si difende con 15 raccomandazioni positive e una previsione di rialzo del 3,3%. Banco BPM è stabile, con giudizi più distribuiti ma nessuna bocciatura. Diverso invece il discorso per Mediobanca e Generali. Per il primo istituto, le valutazioni mostrano un’intonazione cauta, mentre Generali presenta più “Sell” che “Buy”, segnale di una visione più critica da parte del mercato.
Le motivazioni dietro queste differenze non sono solo nei numeri di bilancio, ma anche nella capacità delle singole banche di adattarsi a un contesto in trasformazione. Innovazione digitale, diversificazione dei ricavi e governance solida sono sempre più determinanti per mantenere alto il giudizio degli analisti.
Il 2025 si sta rivelando un anno chiave per misurare la reale solidità del sistema bancario italiano. Alcuni nomi storici devono fare i conti con nuove pressioni, mentre altri sembrano cavalcare il cambiamento con maggiore sicurezza. Le valutazioni vanno lette nel contesto di un’evoluzione che potrebbe accelerare nei prossimi mesi, soprattutto se i tassi dovessero subire ulteriori correzioni.