Entrare in pensione a 61 anni è possibile, e anche con un contributo mensile notevole: tutto sull’iter da seguire
La pensione in Italia viene vista dai più giovani come la meta irraggiungibile, rassegnati quasi eliminano il pensiero, consapevoli che l’uscita dal mondo lavorativo avverrà tardissimo. Complici del problema i lavori instabili, non continuativi e soprattutto che arrivano tardi per via dei tanti anni di studi che ormai hanno integrato le lauree come un’estensione della scuola dell’obbligo per trovar lavoro.
Per gli anziani di oggi la situazione non è comunque rosea. Sappiamo che nella maggior parte delle Regioni italiane la situazione relativa al rapporto pensionati-lavoratori è tragica e vede un’eccedenza relativa ai pensionati, rispetto a coloro che lavorano con contratto e che in generale pagano le tasse e producono reddito (escludendo i lavoratori in nero). Questo porta a pensioni molto basse e di difficile ottenimento.
Per qualche eccezione però c’è la possibilità di entrare in pensione in anticipo, anche fino a 61 anni. L’agevolazione riguarda solo alcune tipologie di lavoratori ma la richiesta è disponibile ancora per tutto il 2024 (e probabilmente prorogata anche per il 2025). Vediamo quindi nello specifico chi potrà inoltrare domanda e come.
La pensione anticipata a 61 anni è rivolta ai lavoratori esposti all’amianto, in quanto lavoratori che hanno dato servizio con alti rischi di sicurezza sul lavoro per via della tossicità del materiale. Proprio per questo motivo lo Stato li aiuta ad andare in pensione in anticipo, a soli 61 anni.
Tutte le attività di rimozione, bonifica e smaltimento di materiali contenenti amianto rientrano nella categoria dei lavoratori usuranti per i quali è prevista l’uscita anticipata a 61 anni e 7 mesi di età, con 35 anni di contributi, di cui almeno 7 negli ultimi 10 anni di servizio, svolti in lavori usuranti, oppure per 6 negli ultimi 7, o ancora, almeno la metà della vita lavorativa complessiva. Non si richiedono quindi 35 anni di lavori usuranti.
La pensione anticipata, per questi contribuenti, vede benefici previdenziali che concedono un contributo maggiorato. Si tratta nello specifico di una maggiorazione dell’1,5%, per gli anni di lavori usuranti, nel calcolo definitivo della pensione. La domanda di pensione deve essere presentata all’Inps entro il 1 maggio dell’anno. L’Inps poi accetterà anche tutte le istanze pervenute successivamente, ma in quel caso bisognerà calcolare qualche mese di differimento sul pagamento del contributo.
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