Secondo l’attuale riforma, un lavoratore può andare in pensione a 67 anni con 20 anni di contributi. Ma occorre fare attenzione ad altri requisiti.
Il pensionamento ordinario, in Italia, avviene a 67 anni di età. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, i Governi che si sono susseguiti hanno introdotto dei pensionamenti anticipati in favore di alcune categorie di lavoratori. Ci stiamo riferendo alla possibilità di ritirarsi prima dal lavoro, rispettando i requisiti completamente diversi.
La maggior parte dei lavoratori, pur avendo la possibilità di ritirarsi prima da lavoro, preferisce rispettare la riforma Fornero attualmente in vigore. In tal caso, dunque, il pensionamento si raggiunge a 67 anni di età e 20 anni di versamenti contributivi obbligatori.
Il motivo per il quale, molti lavoratori rinunciano a ritirarsi in maniera anticipata dal lavoro, riguarda la decurtazione che il pensionamento anticipato provoca sull’assegno di pensionamento.
Inoltre, come alternativa al pensionamento ordinario, c’è la possibilità di ritirarsi dal lavoro con 41-42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Ma si tratta di un requisito contributivo piuttosto alto, che non tutti i lavoratori riescono a soddisfare.
Secondo l’attuale normativa, un lavoratore italiano deve aver versato almeno 20 anni di contributi e aver raggiunto 67 anni di età, per poter andare in pensione.
Nel caso in cui, al raggiungimento del requisito anagrafico, il lavoratore non avesse soddisfatto quello contributivo, dovrà attendere il raggiungimento dei 71 anni di età per poter andare in pensione.
Attualmente però sono in vigore due tipi di regimi. Infatti, per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 vale il regime contributivo puro. Dunque, per loro, 20 anni contributivi potrebbero non essere sufficienti per andare in pensione a 67 anni.
Il motivo è piuttosto semplice: per poter andare in pensione, la legge ha imposto un vincolo. Ci stiamo riferendo alla maturazione di una pensione di almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
Il suddetto importo varia di anno in anno, ad esempio nel 2022 l’importo dell’assegno sociale è pari a €468. Ciò vuol dire che è indispensabile ottenere una rendita non inferiore a 702 euro al mese, per poter andare in pensione.
Sebbene tale cifra posso sembrare accesibile, per chi ha una carriera lavorativa piena e continua, il discorso si complica per i lavoratori precari, i disoccupati e coloro che hanno contratto part-time.
Dunque, nonostante l’attuale riforma pensionistica consenta di andare in pensione a 67 anni di età, con 20 anni di versamenti contributivi, è importante non sottovalutare il requisito relativo al valore per la pensione maturata.
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